Giuntoli stava lavorando a Mancini e Pioli. La proprietà lo ha fermato: l’allenatore non lo scegli tu. Del Piero potrebbe avere un ruolo. In piedi l’ipotesi Prandelli traghettatore

Juventus, Elkann si è stufato del nuovismo. Basta Giuntoli e Motta, poteri a Chiellini che vuol riportare Conte
Alla Continassa il giorno dopo un’altra sonora sconfitta (a Firenze) vige il silenzio. Si racconta di un faccia a faccia tra Cristiano Giuntoli e Thiago Motta perché a questo punto occorre portare a termine la stagione.
Eppure per comprendere cosa sta realmente succedendo all’interno della Juventus bisogna tornare indietro di qualche giorno. I quattro goal subito contro l’Atalanta hanno rappresentato un prima e un dopo nella stagione di Motta e nel cammino dirigenziale all’interno di Madama del grande capo dell’area sport Giuntoli. Perché una sconfitta di tal portata non può essere derubricata come qualcosa che può succedere. Non a caso nelle ore successive al match con i bergamaschi l’ipotesi dell’esonero e quindi della sostituzione della guida tecnica a campionato in corso è stata presa in considerazione. Raccontano che Giuntoli avrebbe avuto contatti intensi con Roberto Mancini, ex ct della nazionale, già allenatore di Inter e Manchester City, per un triennale da far partire subito. E a ogni modo sempre Giuntoli avrebbe mantenuto il file aperto con Stefano Pioli, disposto a indossare la divisa di allenatore della Juventus ma solo da maggio quando finirà la stagione in Arabia. Due profili autorevoli, vincenti, in grado – a parer di Giuntoli – di risollevare una squadra che fin qui sembra essere un lontano ricordo della Vecchia Signora.
Questi due scenari il direttore li avrebbe messi sul tavolo della società ma quest’ultima ha risposto con un’alzata di spalla. «Nulla da fare, il prossimo allenatore non lo sceglierà Cristiano» è il retroscena che filtra dalla Continassa.
Su queste note è iniziato il processo nei confronti di Giuntoli ritenuto il responsabile numero uno di una campagna acquisti monstre e di un allenatore, Motta, che non ha performato come ci sarebbe aspettato. Confida una fonte interna: «Se nel 1991 è stato cacciato Luca Cordero Montezemolo, perché non dovrebbe essere accompagnato alla porta Giuntoli? John non sarà Andrea (Agnelli ndr.) ma conosce i codici del mondo agnelliano».
La ricostruzione della Juventus è già sul tavolo di John Elkann: prevede un finale di stagione o con Motta o con un traghettatore light come Magnanelli o Brambilla. Al più un contratto a termine a Cesare Prandelli, definito «una sorta di Ranieri di casa Juve», un profilo che conosce l’ambiente e la storia del club, che è fuori dal giro allenatori da qualche tempo, e che in fondo potrebbe mettere a disposizione la sua professionalità e le sue conoscenze per il finale di stagione.
Se ricostruzione sarà, vuol dire che non ci sarà più spazio per Motta né tantomeno per Giuntoli. Elkann ha intenzione di stravolgere gli assetti societari, promuovendo Giorgio Chiellini come direttore generale, e nominando come presidente una figura che incarni il dna juventus. Per intendersi, un Del Piero o un Platini. E la guida tecnica? Tutto questo si completerebbe con un allenatore come Antonio Conte che non ha mai nascosto che un giorno sarebbe voluto tornare in bianconero. Lo sponsor numero uno di Conte si chiama Chiellini. E John Elkann non si opporrebbe a questa scelta anche perché da ora in avanti vuole essere associato a progetti vincenti. E l’ex capitano della Juve è il più vincente fra gli allenatori. Si vedrà.