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Kolo Muani: «Il gol mancato con l’Argentina? L’ho immaginato mille volte in modo diverso, ci ho messo un po’ a riprendermi»

A Repubblica: «La parata del secolo? Una buona parata». La sua volontà è di restare alla Juventus? «La mia volontà è di giocare e di divertirmi»

Kolo Muani: «Il gol mancato con l’Argentina? L’ho immaginato mille volte in modo diverso, ci ho messo un po’ a riprendermi»
Argentina's goalkeeper #23 Emiliano Martinez (L) makes a save during the Qatar 2022 World Cup final football match between Argentina and France at Lusail Stadium in Lusail, north of Doha on December 18, 2022. (Photo by Adrian DENNIS / AFP)

Kolo Muani: «Il gol mancato con l’Argentina? L’ho immaginato mille volte in modo diverso, ci ho messo un po’ a riprendermi»

Bella intervista di Repubblica a Kolo Muani l’attaccante francese del Psg in prestito secco alla Juventus. L’intervista è di Emanuele Gamba che ovviamente insiste sull’occasione della vita di Kolo Muani: sul 3-3 alla finale mondiale Argentina-Francia ebbe sul destro l’occasione per il gol vittoria ma il Dibu Martinez respinse il tentativo con una parata strepitosa.

C’è un altro istante decisivo: Argentina-Francia, ultimo secondo della finale Mondiale, lei ha l’occasione della vita ma Martinez fa la parata del secolo.
«Sì, una buona parata».

Non un miracolo?
«Ha fatto quello che doveva».

Anche lei?
«Lui ha fatto il portiere, io l’attaccante, ha vinto lui. Fu tutto così veloce e un po’ folle. So che se avessi segnato sarei entrato nella storia. Ho immaginato mille volte che sarebbe potuta andare diversamente e ci ho messo un po’ a riprendermi, ma ci sono riuscito.
Non ho rimpianti, è il calcio».

Perché a Parigi ha fallito?
«Un francese nel Psg, oltretutto costato 90 milioni, ha una pressione enorme e non tutti sono in grado di reggerla. Io non ci sono riuscito. Ho avuto delle possibilità e non le ho sfruttate. Fa male al cuore, ma lo ridico: è il calcio, non ho rimpianti».

Lei viene dalla banlieue di Parigi, la regione che produce il maggiornumero di calciatori. Da cosa dipende? Dalla mescolanza di culture, dall’occasione di riscatto che offre il calcio, da cosa?
«Alla base c’è che tutti giocano e il livello tecnico è altissimo già nei bambini».

La sua volontà è di restare alla Juventus?
«La mia volontà è di giocare e di divertirmi. Ma se le cose continuano così, perché no? La Juventus è il club che mi ha aperto le porte».

E sarà anche quello del futuro?
«È il club che mi ha aperto le porte».

Si sente adatto al calcio italiano?
«Mi sento adatto al calcio europeo».

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