Basta assistere ad una partita di Fonseca per rendersene conto. O vedere cosa accade al Challenger di Napoli. Ormai il pubblico è un fattore, quasi come nel calcio

C’era una il silenzio, il giudice di sedia che serafico rintuzzava qualche schiamazzo eccessivo con un “quite please” e tutti zitti. Ora il tennis è entrato nell’era della bolgia ammissibile. Ne scrive, solo ultimo d’una serie, Libero, segnalando per esempio il caso Fonseca.
I tifosi del giovane tennista brasiliano, contro Alex De Minaur, hanno trasformato per due ore e mezza il centrale di Miami nel Maracanã, “tant’è che l’australiano ha poi scritto “Rio Open” sulla telecamera a fine partita”.
“Oltre 10mila persone che, oltre a tifare per il brasiliano Fonseca, tifavano contro di lui. Una cosa che nel tennis, ecco, no, non è contemplata. Ma questa invasione carioca sta cambiando le regole del gioco perché di questo gioco fa parte anche il pubblico nel suo silenzio liturgico“, scrive Libero.
“Da sport “di teatro” a sport “da stadio” è un attimo ma l’Atp per ora fa finta di niente. Questo nuovo pubblico non si limita ad esultare ma disturba i colpi. Anche il servizio, che da sempre è protetto dal silenzio. Non solo: questi esultano per gli errori di un giocatore. Per ora capita all’avversario di Fonseca ma, dato che Fonseca farà strada, capiterà a tutti”.
Ma sono un caso anche gli spalti del challenger di Napoli. Niente di inedito, visto che il circuito dei tornei minori è “da sempre preda degli scommettitori che insultano chi sabota i loro piani. Accade ovunque e sta (ri)accadendo in questi giorni a Napoli. A farne le spese è stato Jacopo Berrettini, fratello minore di Matteo, che ne ha sentite di tutti i colori (anche mentre colpiva la pallina) durante il derby con Giovanni Fonio. Ieri è toccato a Pellegrino che stava venendo rimontato da un Evans su cui erano evidentemente piovute scommesse in diretta: la rimonta al terzo set, da 5-0 a 5-4, era ben quotata. Lo scorso anno, sempre a Napoli, Brancaccio peraltro nato a Torre del Greco disse che durante la partita contro Herbert aveva ricevuto insulti e minacce. Queste persone non vengono allontanate perché nei tornei minori gli staff per la sicurezza sono pressoché inesistenti”.
“Il fatto – conclude Libero – è che sul tennis le scommesse stanno aumentando perché l’anatomia del gioco si presta alle puntate in diretta. E infastidire un giocatore è semplice. Addirittura più semplice che corromperlo”.
Aggiungiamo noi che il tennis è solo un terreno di conquista più agevole. Ma il fenomeno delle scommesse è endemico. Basta dare un’occhiata al caso Scafati, nella serie A di basket. Un caso che sfiora anche il Napoli Basket. Le Iene hanno trasmesso un servizio sulla vicenda, che vale più di mille parole.