Esiste un Napoli con Lukaku e uno senza. Da solo tiene impegnati due difensori. In Europa solo Harry Kane più decisivo di lui

Lukaku, forse ora si sono arresi anche i più scettici (Gazzetta).
Scrive Vincenzo D’Angelo sulla Gazzetta dello Sport:
Forse ora si sono arresi anche i più scettici. Anche perché dopo quasi sette mesi di stagione, impossibile non notare che ci sia un Napoli con Lukaku e uno senza. Vero, Romelu non è più il centravanti dominante che vince da solo le partite. Eppure ogni volta che segna, il Napoli vince. E anche quando non trova la rete, sono gli altri a usufruire del suo lavoro sporco, della sua capacità di proteggere palla e creare spazi. Solo la sua sola presenza costringe due difensori a restare sempre piantati dietro, per evitare pericoli. Sì, Lukaku è tornato a fare la differenza come nell’anno dello scudetto interista: in modo diverso, da uomo squadra e non da primo violino, ma con quella personalità che è tipica dei fuoriclasse. Ha sofferto come tutto il Napoli il febbraio di flessione, ma contro Inter e Fiorentina ha messo in chiaro le cose: per la volata scudetto, contate pure su di me.
In Europa, solo Kane ha un impatto più decisivo di Lukaku nel rapporto gol/ vittorie di squadra. L’inglese del Bayern è a 12 reti per altrettante vittorie, Rom appena due dietro, ma poco importa. La stagione è lunga e ora si entra nella fase più delicata. Quella in cui solitamente Lukaku chiude in crescendo.
Adani: «Lukaku sposta gli equilibri, anche da fermo. Fa la differenza in Serie A»
Lele Adani ha commentato a Viva El Futbol la prestazione del Napoli contro la Fiorentina, sottolineando l’impatto in campo di Romelu Lukaku.
«Io avevo detto che Lukaku poteva essere il giocatore più decisivo del campionato. Sposta troppo gli equilibri, sempre, anche da fermo. E’ quasi un giocatore che riporta tutto indietro il concetto di attaccante o di ritmo, o di interpretazione di gioco. Perché riesce ad essere utile oltre il gioco, la sua condizione, gli avversari, il sistema adottato… è semplicemente una differenza in questa Serie A. E’ andato in doppia cifra di gol per la dodicesima stagione nei top campionati europei, solo Lewandowski lo ha superato. Lukaku è un giocatore che non si scopre, né chi lo analizza, né chi lo allena, né chi lo marca, ma devi prendere atto di quello che mette in campo; va a creare sempre quel differenziale indipendentemente dal lavoro degli altri.
Ma parliamo anche del lavoro degli altri. Conte è stato numero uno quest’anno due volte: all’inizio, fino al mercato di gennaio, partendo pragmatico, con applicazione, inculcando lavoro e mentalità e diventando anche bello e prolifico; è stato in testa alla classifica, gli hanno mandato via il giocatore più forte e si è fatto male il sostituto [Neres]. Non per scelta, ma per esigenza, ha cambiato sistema con un mese di adattamento; ma da domenica scorsa il nuovo sistema lo ha fatto diventare performante, bello, offensivo, elastico e vincente. Ha giocato con l’Inter da vincente. Aveva detto “ci siamo anche noi”, non l’aveva mai detto e la dimostrazione è arrivata con la Fiorentina. E’ riuscito a mettere dentro Gilmour al posto di Anguissa, altro giocatore che fa la differenza; ha rimesso Buongiorno; ha rimesso Spinazzola in condizioni da nazionale; ha fatto fare l’esterno a tutta fascia a Politano; e ha trovato l’altro calciatore, ovvero Raspadori. Con Lukaku come pietra miliare e il nuovo sistema fluido e pericoloso, uniamo i due poli tra il belga e Conte, quando Antonio diceva “il Napoli c’è”, a marzo non solo c’è ma merita».
Adani ha aggiunto:
«Conte ha tenuto l’Inter incollata con Billing. Quel gol sarebbe il gol più importante della stagione, se il Napoli vincesse lo scudetto. Lui lo ha messo in campo, va in area con quattro giocatori, e fa gol Billing. E’ andato via Kvara e ha segnato Billing. Conte è un fenomeno, sembra uno rigido, ma l’apertura mentale che ha dato quest’anno… lui vorrebbe che si parlasse della modernità del suo calcio».