È un master in continuo aggiornamento perché lui per primo non si accontenta mai. Lui vale i gol di un centravanti

Marzo è il mese in cui Conte ha sempre fatto la differenza (Gazzetta)
Scrive la Gazzetta dello Sport con Vincenzo D’Angelo:
Chiamatelo pure fattore Conte, perché di questo si tratta. Antonio vale i gol di un grande centravanti, le giocate di fino di un numero 10, le parate decisive di un portiere. Conte è un master in continuo aggiornamento perché lui per primo non si accontenta mai. E contro l’Inter ha dato il benvenuto a marzo, il mese in cui in passato ha fatto la differenza in Serie A: su 19 partite giocate in A, ha raccolto 13 vittorie (il 68%), 4 pareggi e appena 2 sconfitte. Conte vuole ripartire con forza estrema, come punta a fare adesso il suo Napoli. Che in attesa dei recuperi di altri due pilastri come Neres e Anguissa, ha regalato un saggio di tattica contro i campioni d’Italia.
«Se vogliamo, possiamo». Habemus Conte che parla apertamente di scudetto. È lui l’uomo in più del Napoli (Il Napolista)
Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Vale innanzitutto per Lukaku, ma non solo. Stasera contro l’Inter Romelu Lukaku per stessa ammissione di Antonio Conte ha giocato la miglior partita da quando è a Napoli. «Quando è dominante lui, diventa dominante il Napoli», ha detto il tecnico che ha sottolineato le difficoltà del belga in questa stagione. Lukaku per noi fin qui non è stato affatto protagonista di una stagione negativa. In chiaroscuro va bene, ma negativa no. Ha segnato appena un gol in meno di Lautaro (nove contro dieci) ma due assist in più (sette versus cinque). E soprattutto senza Lukaku questo Napoli non può giocare. Questa sera ha interpretato la partita al meglio. E chissà che non sia stata la sua prestazione, oltre a quella di tutta la squadra, a far gettare finalmente la maschera ad Antonio Conte.
Stasera, a undici giornate dalla fine, Conte ha finalmente parlato apertamente di scudetto. Ha chiuso con la insopportabile commedia della scaricabarile delle responsabilità. Commedia che peraltro faceva torto non solo alla sua intelligenza ma alla sua carriera di uomo di sport. La volata è stata lanciata. C’è una fuga a tre a undici chilometri dal traguardo. Far finta di niente, fischiettare, avrebbe l’effetto opposto sulle truppe.
Conte ha l’immenso merito di aver portato il Napoli fin qui. È quasi esclusivamente merito suo. Negarlo è semplicemente da bugiardi. Oggi si dà per scontato che il Napoli possa mettere sotto l’Inter (pur senza vincere) e la Juventus. Secondo noi ha fatto benissimo a ricordare che il Napoli ha recuperato quaranta punti alla squadra di Inzaghi rispetto all’anno scorso. Perché i meriti vanno riconosciuti. E continuare a dire che questa è la squadra dello scudetto somiglia ormai a una barzelletta. Non c’è praticamente più nessuno. Sono rimasti in cinque o sei. I leader di quella formazione (Kim Osimhen e Kvara non ci sono più). Conte ha rianimato una squadra in decomposizione. A gennaio ha subito l’amputazione della fascia sinistra. Ma il Napoli è lì e ora lui deve far sentire il peso della sua carriera. Della sua storia.