“La Juve aveva affidato lo spogliatoio a Bonucci, Buffon, Chiellini. Poi a Danilo e Szczesny, ora ci sono tanti gruppetti e nessuno ha autorevolezza per guidare gli altri”

La Gazzetta dello Sport analizza nella sua edizione web il momento della Juventus, in relazione anche al rapporto tra i calciatori nello spogliatoio. Secondo il noto quotidiano, alla Continassa mancherebbe quell’unione che era stata realizzata in passato con il blocco italiano Bonucci-Buffon-Chiellini-Pirlo-Barzagli e che poi era diventata presente anche con Allegri coi vari Danilo, Rabiot, Szczesny.
Juventus, manca un gruppo solido nello spogliatoio (Gazzetta)
Di seguito un estratto dell’analisi della Rosea:
“Fare un qualsiasi confronto col passato rischia di portare fuori strada. Generalmente la Juve ha affidato lo spogliatoio a uno zoccolo duro italiano, ma questo è venuto meno nell’ultima fetta di storia bianconera: ai Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci sono seguiti alcuni profili importanti ma stranieri, sfaldando quella tradizione che ha sempre visto il club bianconero come principale fonte del gruppo azzurro. Giuntoli in questo senso ha tentato di ripristinare la dinamica nel suo nuovo ciclo, ma servirà del tempo (forse ancora un po’ di mercato) perché si possano dare nuovamente delle soluzioni credibili alla nazionale: Di Gregorio non è ancora entrato nel giro dei portieri, Gatti e Locatelli stanno provando a stabilizzare la loro presenza nelle convocazioni di Spalletti, Savona è in ascesa e Cambiaso è avanti ma non può permettersi di rallentare.
Il gruppo l’anno scorso era in mano solo a leader stranieri, già addentrati in casa Juve da tempo: Danilo, Szczesny, Rabiot. Anche su questo fronte c’è qualche nuovo che avanza, come McKennie, ma nessuna soluzione che possa prendere la situazione in mano con autorevolezza. Ne viene fuori una suddivisione interna semplice, in cui esistono piccoli gruppetti da 2-3 giocatori che sono spesso accomunati dalla nazionalità o dalla lingua […]
L’assenza di riferimenti consolidati, di una vecchia guardia che possa accogliere un nuovo arrivato e metterlo nelle condizioni di vivere con leggerezza il proprio inserimento iniziale, è probabilmente il problema principale che ha travolto chi è arrivato l’estate scorsa con aspettative altissime. Le criticità maggiori nella Juve sono relative alla poca esperienza mostrata dal gruppo nelle circostanze di campo, nell’affrontare partite di alto livello e nella poca continuità di risultati (anche contro le piccole) per l’incapacità di gestire le forze fisiche e soprattutto mentali nei momenti clou della stagione. All’interno del gruppo non si registra alcuna spaccatura o contrasto, ma fino a quando non ci sarà un nucleo di calciatori che avrà l’autorevolezza per guidare un po’ tutti sarà difficile creare una condizione ottimale. E in questo senso, anche Thiago Motta ha delle responsabilità”.