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Nadal: «Sinner è un bravo ragazzo, non è un esibizionista»

Rafa al podcast Served with Andy Roddick: «Quando ho detto basta al tennis, non pensavo di essere così tanto impegnato. Credevo di avere più tempo libero»

Nadal: «Sinner è un bravo ragazzo, non è un esibizionista»
Spain's Rafael Nadal listens to the national anthem prior the quarter-final singles match between Netherlands and Spain during the Davis Cup Finals at the Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena arena in Malaga, southern Spain, on November 19, 2024. The Davis Cup will be the final professional tournament of Nadal's glittering career of almost 23 years. (Photo by Thomas COEX / AFP)

È un Rafael Nadal a tutto campo quello intervenuto al podcast “Served with Andy Roddick” condotto dall’ex tennista americano. Da Jannik Sinner alla rivalità con Roger Federer e Novak Djokovic, passando per la sofferta decisione di appendere la racchetta al chiodo: vi proponiamo un estratto delle sue dichiarazioni.

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«È un bravo ragazzo. Non è un esibizionista, è concentrato su quello che fa», ha affermato lo spagnolo riferendosi a Sinner. «Nell’ultimo anno ha dovuto fronteggiare un momento durissimo. Penso sia stato davvero incredibile il modo in cui sia riuscito a mantenere fissa la sua concentrazione sul tennis e su quello che stava facendo», ci ha tenuto a sottolineare.

Per quanto riguarda invece le sfide con King Roger e Nole, il nativo di Manacor ha affermato: «Contro Federer era una partita a scacchi, non c’erano segreti, tutti sapevano qual era la strategia. Contro Novak, se apri il campo e non fai troppi danni, gli permetti di giocare come vuole. Per quanto riguarda il controllo di palla, è il miglior giocatore che abbia mai affrontato e visto».

L’addio al tennis e la nuova vita: il racconto di un campione

«Quando ho detto basta al tennis, non pensavo di essere così tanto impegnato. Credevo di avere più tempo libero, ma la realtà mi ha fatto capire che è necessario riorganizzare la propria vita. Sono convinto che il primo anno sarà una fase di adattamento, un periodo per capire chi voglio essere in questa nuova parte della mia esistenza. La vita fuori dal Tour è completamente diversa: quando sei in giro per i tornei, sei sempre di corsa, anche nei rari giorni liberi. Ora, invece, il tempo assume un valore differente. Mi sto abituando a questa nuova dimensione, mi sento più in sintonia con quello che faccio. Ma come tutti i cambiamenti, serve tempo. Ogni giorno è un’opportunità per scoprire aspetti della mia vita che prima non avevo il tempo di approfondire».

Venendo infine ai suoi ultimi scampoli di carriera e alla complicata decisione di ritirarsi, Nadal ha rivelato: «Ricevere la torcia olimpica da Zidane di fronte alla Tour Eiffel è stato uno dei momenti più emozionanti della mia intera carriera, senza alcun dubbio. Quando ho realizzato ‘il momento’, ho iniziato a piangere, ma alla fine delle Olimpiadi ho capito che la mia carriera era finita».

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