In conferenza: «I campionati li vince chi è molto regolare in tutte le cose. Alla fine contro l’Inter abbiamo pareggiato, non abbiamo vinto. Per chi pensa alla vittoria, anche il pareggio è una mezza delusione»

Alle 13:30 avrà inizio la conferenza stampa di Antonio Conte, tecnico del Napoli, alla vigilia della sfida contro la Fiorentina, valida per la 28esima giornata di campionato di Serie A. Di seguito le sue parole live
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Conte: «Alla fine contro l’Inter abbiamo pareggiato, non abbiamo vinto»
Cosa è cambiato in questa settimana dopo il “se vogliamo, possiamo”?
«Niente. Non so cosa avrebbe dovuto cambiare. Abbiamo continuato ad allenarci nella stessa maniera. non cambia assolutamente niente, bisogna fare i fatti. Le parole se le porta via il vento. L’ambizione deve essere sempre figlia del lavoro. Giusto che siamo ambiziosi perché lavoriamo tanto. Abbiamo fatto un’ottima partita contro l’Inter che è la squadra di riferimento. Ci ha fatto piacere, se andiamo a confrontare le due partite sono stati due pareggi diversi. Sicuramente, ci deve dar forza. La settimana prima ci indeboliamo psicologicamente perché abbiamo perso contro il Como. Devi essere regolare, centrato, perché i campionati li vince chi è molto regolare in tutte le cose. Non ci sono alti e bassi che un giorno ti portano in paradiso e l’altro all’infero. Grande equilibrio e credere al lavoro che dobbiamo fare».
«L’obiettivo del Napoli è rendere orgogliosi i tifosi. Alla fine contro l’Inter abbiamo pareggiato, non abbiamo vinto. Per chi pensa alla vittoria, anche il pareggio è una mezza delusione. Anche se ottenuto contro l’Inter, anche se è un pareggio in cui meritavamo di più. Il pareggio nella mia forma mentis è una mezza sconfitta. Noi dobbiamo cercare ogni partita di ottenere i tre punti. Poi spesso, quest’anno ci siamo riusciti, altre volte abbiamo fatto più fatica come nell’ultimo mese. Fa parte del percorso di un campionato. Dobbiamo cercare di lavorare sempre di più, recuperare gli infortunati, cercare di avere la possibilità di fare scelte sotto tutti i punti di vista. Dobbiamo in alcuni momenti essere bravi a stringere i denti e continuare il nostro percorso».
Conte ha fatto un tour in città:
«Nelle mie esperienze ho sempre cercato di vivere le città, perché lo ritengo fondamentale. Anche per me stesso, non sono il tipico allenatore che comunque finisce l’allenamento e va a casa. A casa posso solo continuare a lavorare. Abbiamo bisogno di calarci nella realtà dove lavoriamo, perché aiuta nel socializzare e nel capire alcune dinamiche dell’ambiente e che si riversano in campo lavorativo. A me piace poi, ho la possibilità di stare in una città che offre veramente tanto, cerco con la famiglia di sfruttare questa occasione. Stare a contatto con il popolo napoletano ti fa capire tante cose, tante sfaccettature che stando rinchiuso non percepirei mai».
«L’unica cosa che mi sento di dire ai tifosi è grazie per quello che state facendo. Per me è la cosa più importante, perché il lavoro che stiamo facendo è apprezzato. Incontro persone anche di una certa età che ringraziano per quello che stiamo facendo con i ragazzi. Questa è la cosa più importante, trasferire la passione che ci stiamo mettendo, ad ogni partita usciamo con la maglia sudata. Questo, almeno, mi fa molto piacere. Tanti sacrifici e tanto lavoro sono apprezzati da Napoli città e dal tifo».
L’ultimo step che il Napoli deve fare:
«Quando parlo di costruire le squadre vincenti e vi dico che non si possono inventare dall’oggi al domani strutture vincenti, anche se può accadere. Bisogna fare degli step. Il Napoli non ha fatto tanti gol, poi vai a vedere le statistiche, non trovi calciatori con tanti gol nel curriculum. Possiamo lavorarci sopra per aumentare il numero di gol. Quando si costruiscono le squadre… l’Inter ha fatto 19 gol su calci da fermo, significano tanti punti. Significa che hai bravi giocatori a calciare e giocatori forti e strutturati. Piano piano si mettono gli ingredienti, capisco che non è facile sto concetto e a tanti neanche interessa. Noi con il lavoro possiamo aumentare ancora di più il curriculum di alcuni calciatori che ogni anno arrivano a un certo numero di gol, noi cerchiamo di aumentarlo».
Come sta McTominay?
«Ha avuto un sovraccarico, ha avuto un paio di giorni in cui si è allenato un po’ meno rispetto agli altri. Abbiamo ancora 24 ore per decidere. Per Gilmour penso che abbia fatto una grandissima partita contro l’Inter. Nelle ultime 11 sono stato chiaro, gioca chi merita. Non c’è il posto fisso, chi merita gioca, 11 partita che devono essere 11 battaglie, 11 finali. Gilmour ha fatto bene contro l’Inter e giocherà contro la Fiorentina. Chi sta fuori cercherà di farmi cambiare idea».
Mi sembra arrabbiato e poi che Fiorentina si aspetta?
«Non so cosa pensate, c’è sicuramente tensione. Se pensate di trovare uno che ride e scherza, io non sono questo. Siamo a 24 ore dalla partita. Non penso di cambiare, forse qualcosa di diverso è quando la faccio 48 ore prima la conferenza. Non pensate che io sia arrabbiato, questo è il mio modo di essere, cerco di portare concentrazione a tutto l’ambiente. Vedo che qualcuno…svicola. Mi aspetto una Fiorentina forte che ha fatto anche un ottimo mercato a gennaio, è una squadra forte. Ha battuto l’Inter 3-0. Darà del filo da torcere, noi dobbiamo essere pronti sapendo che passeggiate di salute non ce ne saranno, cercando di mettere in campo tutto quello che abbiamo».
Che Napoli ci dobbiamo aspettare?
«Questo Napoli ha tante conoscenze. Abbiamo fatto della necessità una virtù, abbiamo dovuto ampliare le nostre conoscenze, anche tattiche. Ci possono dare la possibilità di sopperire a momenti di difficoltà. Poi… a me fa sorridere quando vi vedo stilare i sistemi di gioco. Perché tutto è opinabile, poi nel calcio di oggi non c’è un sistema di gioco. C’è magari un sistema nella fase offensiva e uno nella fase difensiva. Questo Napoli è migliorato tanto da un punto di vista di conoscenze tattiche, la necessità poi è diventata virtù e sono molto contento di questo».
Come è arrivato il centrocampo di palleggio?
«Quando cambi qualcosa, lo fai per due motivi: o perché non sei convinto o per necessità. Quindi… niente, cerco sempre di trovare la soluzione migliore per la nostra squadra. Poi devi rispettare le caratteristiche dei giocatori. Cerchi di fare l’abito adatto per quei calciatori, poi nella mia idea ci sarebbe un’idea diversa di calcio. Però antepongo sempre la necessità della squadra all’idea mia, soprattutto quando inizio un percorso e ti ritrovi tante cose che non hai portato tu o non hai creato e te le devi prendere. Poi, ripeto, con la pazienza bisogna modellare e costruire le cose. Però le partite vanno giudicate nella globalità della partita, non sul fatto che si sia segnato o preso gol. Quelle sono chiacchiere da bar, come quando si giocava la schedina… io vincevo sempre ma poi non me la pagavano mai perché la giocavo dopo. In sette mesi non so quante domande sui moduli mi sono state fatte, in base agli umori, all’attaccante che segnava. Noi andiamo dietro al lavoro, non alle chiacchiere. Ed è giusto che il lavoro sia opinabile».