In conferenza: «I ragazzi hanno capito che il secondo tempo di Como non mi è piaciuto. Dopo Como si respirava un’aria strana, non positiva»

Il tecnico del Napoli, Antonio Conte, ha parlato in conferenza stampa al termine della sfida pareggiata contro l’Inter al Maradona
La conferenza di Conte
«Alla fine vincendo mettevi tre punti, pareggiando ne abbiamo messo solo uno. La partita era influente non solo per la classifica, ma anche da un punto di vista di personalità, per capire bene che oggi a undici partite dalla fine siamo a un punto dalla testa della classifica. Dopo una prestazione come oggi, nonostante le grandi difficoltà, dobbiamo capire se vogliamo ci siamo. È questo il messaggio che deve passare a noi stessi e poi all’esterno. Oggi a undici giornate dalla fine ci troviamo a una posizione di classifica dove tutti avremmo firmato per trovarci. I ragazzi devono sapere che mancano 11 partite e fino ad oggi abbiamo dimostrato, anche oggi contro una squadra top come l’Inter, di aver tenuto testa e di essere stati migliori. Questo ci deve dare fiducia e far capire che dipende da noi, dobbiamo essere una squadra che gioca con coraggio. Non perdere per un secondo tempo come a Como. Oggi abbiamo trasmesso grandi emozioni ai nostri tifosi e questo ci deve responsabilità».
È più rammaricato per i tre punti mancanti o felice per la consapevolezza del gruppo?
«Prima della partita venivi da una sconfitta contro il Como e c’erano diverse defezioni, l’aria che si respirava era abbastanza strana e poco positiva nei nostri confronti. Oggi siamo stati bravi a ribaltare questa situazione e a far capire che non ci vogliamo arrenare contro le difficoltà. Oggi è la testimonianza che c’è una base e la possibilità di poter inserire qualcuno che è arrivato a gennaio, in alcuni casi c’è stato bisogno di una riatletizzazione. Cercheremo di recuperare gli infortunati e il nostro obiettivo fino alla fine sarà quello di rompere le scatole».
È la prestazione più importante dell’anno?
«Soprattutto perché è arrivata difronte a una squadra nettamente più forte, molto competitiva anche in Europa. Sono stati bravi a costruire nel tempo, hanno dei battitori e dei colpito di testa per cui anche un semplice fallo laterale o un angolo diventa un rischio. Quindi aver fatto questa prestazione contro di loro, anche essendo sotto, ci deve dare tanta fiducia, tanta autostima, ma dobbiamo capire che se vogliamo, possiamo. Volere significa mettersi lì e continuare a lavorare e pedalare molto più degli altri. I ragazzi hanno capito che il secondo tempo di Como non mi è piaciuto».