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Nessun ordine di scuderia, è stato Hamilton a cedere il passo a Leclerc nel disastro Ferrari in Cina

In radio sembrava altro, ma Vasseur smentisce. Nelle qualifiche della Sprint dal muretto avevano ordinato a Leclerc di far passare Hamilton

Nessun ordine di scuderia, è stato Hamilton a cedere il passo a Leclerc nel disastro Ferrari in Cina
Ferrari's British driver Lewis Hamilton arrives on stage for the presentation of the new Formula 1 car of Ferrari Formula One Team during the Formula One - 2025 season launch “F1 75 LIVE” event at the O2, in London, on February 18, 2025. Ben STANSALL / AFP

Non c’è stato un ordine di scuderia. E’ Lewis Hamilton che si è “sacrificato”. Nel disastro Ferrari in Cina Fred Vasseur smentisce la “narrazione” di ordini via radio per il sorpasso di Leclerc a Hamilton. Nessuno gli ha ordinato di far passare il compagno di squadra, sebbene in tv sembrasse il contrario. Lo scrive anche Marca.

“Al via, un contatto con Leclerc ha danneggiato l’ala anteriore del monegasco, ma nonostante questo inconveniente, il suo ritmo è stato superiore a quello di Hamilton. La comunicazione radio ha dato l’impressione che la Ferrari avesse ordinato ad Hamilton di cedere la posizione. Vasseur ha tuttavia chiarito che la decisione spettava al pilota britannico. “Penso che lascerò passare Charles perché ho dei problemi”, ha detto Hamilton al suo ingegnere, che ha risposto: “Capito”.

Il boss della Ferrari insiste sul fatto che il team non ha imposto ordini: “Dall’esterno poteva sembrare un’istruzione, ma non tutte le comunicazioni radio vanno in onda“.

In realtà durante le qualifiche della gara Sprint poi vinta da Hamilton c’era stato il caso opposto: nel pieno della SQ2, la sessione centrale, ad un certo punto Bryan Bozzi, l’ingegnere di pista di Leclerc ha comunicato al suo pilota che doveva scambiarsi la posizione con Hamilton. In quel momento Leclerc si trovava davanti, ed entrambi stavano iniziando il loro giro di preparazione. “Scambiarci ora le posizioni? Eseguo, ma non lo abbiamo mai fatto prima e sono un po’ nella merda adesso.

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