Al podcast di Obi Mikel: «Quando vincemmo con la Juventus, c’erano 2000 tifosi ad aspettarci. Non sarei uscito alle 3:00 del mattino per accogliere la squadra».

Ci sono altre dichiarazioni di Victor Osimhen sul Napoli al podcast condotto da John Obi Mikel, ex centrocampista del Chelsea ed ex nazionale nigeriano.
Osimhen: «Guardavo i tifosi e mi chiedevo: ‘Ma cosa vuol dire il calcio qui?!’»
Il centravanti è tornato sull’importante vittoria in casa della Juventus:
«Spalletti l’anno dello scudetto dormiva al centro sportivo e anche quando avevamo un grande vantaggio non voleva cali di concentrazione. Quando vincemmo 0-1 con la Juventus, al nostro ritorno tornammo e c’erano 2000 tifosi ad aspettarci. Fu incredibile. Li guardavo e mi chiedevo: ‘Ma cosa vuol dire il calcio qui?!’. Io non sarei uscito alle 3:00 del mattino per accogliere la squadra».
«Ci seguivano in scooter – continua Osimhen – ed era bello vedere quanto fossero legati a noi calciatori, non soltanto al club ed alla sua storia. Certo, andare a pranzo a Napoli non era facile: non riuscivi a mangiare, i tifosi venivano a chiedere foto o altro… Mi chiedevano pure di chiamare la nonna!».
Poi un retroscena sugli allenamenti con Spalletti:
«Spalletti era severo negli allenamenti. Se vedeva poco impegno ci diceva: “Se non combattete cancello tutto e vi faccio correre” e qualche volta è capitato davvero. Alcuni si arrabbiavano, ma alla fine lui veniva ad abbracciarci e spiegarci il motivo della sua scelta».
«Io come Maradona? Non c’è modo di superarlo»
Victor Osimhen è stato intervistato al podcast di John Obi Mikel. Durante l’intervista ha parlato del suo recente trasferimento dal Napoli al Galatasaray e delle sfide affrontate.
Ha rivelato dettagli sul suo periodo a Napoli e sull’adattamento in Turchia:
«Non sono riuscito a prepararmi bene. C’era confusione e un po’ di caos, quindi sto ancora cercando di tornare al 100% della mia forma. Tuttavia, il club e i miei compagni mi stanno supportando molto».
Osimhen ha elogiato i tifosi del Galatasaray, evidenziando il calore con cui lo hanno accolto.
«Dopo aver visto il loro affetto, ho capito che dovevo adattarmi rapidamente. Qui mi sento a casa. I tifosi mi hanno sorpreso, non pensavo ci fosse così tanta gente ad aspettarmi all’aeroporto. Non sapevo che i tifosi stessero seguendo il mio volo. La scena all’aeroporto era incredibile, quasi da film».
Il suo idolo, Didier Drogba, ha influenzato la sua scelta di giocare per il Galatasaray.
«Ho sempre seguito le sue partite. Anche Dries Mertens era qui, e Drogba è sempre stato uno dei miei modelli».
Osimhen è stato paragonato a Diego Maradona per il suo impatto a Napoli, ma ha sottolineato:
«Non c’è modo di superare Maradona. Spalletti ha giocato un ruolo fondamentale nella nostra vittoria dello Scudetto».
Infine, ha parlato del trasferimento di Kvaratskhelia al Psg:
«Sapevo che sarebbe arrivato un grande passo per lui. Era solo una questione di tempo».
L’obiettivo adesso è chiaro:
«Vincere il titolo con il Galatasaray. Questo sarebbe un traguardo storico per me e la mia famiglia, e non vedo l’ora di affrontare il resto della stagione».