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Pagelle – La spallata di McTominay è il calcio. Conte è l’uomo dell’unica rivoluzione vista a Napoli

Lobotka e Gilmour sono il bipolarismo perfetto in mezzo al campo. Lukakone Nostro è l’intelligenza al potere.

Pagelle – La spallata di McTominay è il calcio. Conte è l’uomo dell’unica rivoluzione vista a Napoli
Napoli's Scottish midfielder #08 Scott Mc Tominay kicks the ball next to Fiorentina's Brazilian defender #02 Dodo during the Italian Serie A football match between Napoli and Fiorentina at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on March 09, 2025. (Photo by Carlo Hermann / AFP)

Le pagelle di Napoli-Fiorentina 2-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.

MERET. Prosegue il surreale marzo del giovane Meret: come già l’Inter, che aveva tirato una sola volta in porta, pure la Fiorentina centra i pali nell’unica occasione avuta quando segna l’attaccante che viene dalla Terra del ghiaccio e del fuoco. Certo, poi l’osannato Kean lo anticipa con la cabeza dopo la mezzora del primo tempo mentre lui esce abbracciando il vuoto cosmico, ma è sempre poco per giudicarlo – senza voto

DI LORENZO. In questo Napule che all’improvviso diventa verticale e periglioso, l’Eurocapitano offende a prescindere dal modulo. Spiccano l’assist al 10’ per Giacomino che tira male di prima e la maligna traversa che prende lui stesso al 35’ – 7

RRAHMANI. Sono almeno quattro le volte che tituba a nostro rischio e pericolo. E sempre sul citato Kean, che al 30’ gli porta pure via la pelota nell’area azzurra. Chissà, forse l’autorete lacustre di quindici giorni fa gli procura ancora esitazioni e moscerie. In ogni caso i tre punti azzerano i peccati che si rivelano veniali – 6

BUONGIORNO. Il Corazziere Sabaudo, invece, di dubbi non ne ha mai e quando c’è lui su Kean è tutta un’altra storia. Non solo. Sovente discende a sinistra e sempre con costrutto – 7

POLITANO. I primi sette minuti sono specchio e metafora della sua partita. Lì a destra, perdipiù col sole in faccia, Na-Politano fatica, dribbla, va sul fondo e poi corre e ripiega. Solo che cross e punizioni sono in maggioranza fiacchi e prevedibili – 6

OLIVERA dall’82’. Senza voto

GILMOUR. In questo contismo azzurro fatto di tantissime celluline grigie, per dirla con l’amato Ercole belga, Billy the Kid dà il suo contributo decisivo, laddove l’intelligenza s’impasta con la fatica. La sua alternanza là dietro con il Caro Lobo è talvolta spettacolare, emblema di un bipolarismo nella terra di mezzo praticamente perfetto, tra contrasti, recuperi e pure lanci e aperture. Non solo. Stavolta è lui lo scozzese che corre di più, oltre tredici chilometri, e tocca dieci palloni in più lo stesso Robotka – 7

LOBOTKA. L’ultima invenzione dell’Uomo Nuovo in pancia, il doppio cervello nella terra di mezzo, consente al Caro Lobo di osare di più nell’offesa e non soltanto di disegnare le traiettorie centriste della pelota. Talvolta però è in affanno e sull’islandese segnante è decisamente in ritardo. In ogni caso non merita la sola sufficienza – 6,5

McTOMINAY. Ai nostalgici del giochismo senza tituli e dell’estetica fine a se stessa, andrebbe consigliata una totale disintossicazione a base di video di Scott il Rosso, come l’azione del 57’ che libera Giacomino in area per il tiro: Lukakone Nostro fa il solito sfollagente, indi Scott libera Raspad’oro con una spallata. Ecco che cos’è la bellezza vera del calcio. Poi, ovviamente c’è il gol dell’uno a zero, propiziato da una sua cagliosa. Quello di McTominay è un ovunquismo sostanziale: si fa trovare sempre al posto giusto con la sua irruenza elegante e sobria – 8

BILLING dall’86’. Filippo il Lungo continua a dare la sensazione che quando c’è lui può sempre accadere qualcosa di buono – 6

SPINAZZOLA. Lo spirito creatore di Zio Spina è a livelli altissimi. La traversa dell’Eurocapitano origina da un suo spunto a sinistra. E al 37’, poi, De Gea gli nega il gol – 7

JUAN JESUS dal 91’. Senza voto

LUKAKU. Comprendere Lukakone Nostro è comprendere l’essenza del calcio, nella sua dimensione hegeliana. In apertura c’è un dialogo tra due massimi sistemi, lui e Scott il Rosso. Segna e fa segnare. Totale dieci gol e otto assist. Lukakone Nostro è l’intelligenza al potere. I profani del paganesimo calcistico se ne facciano una ragione oppure, meglio ancora, si convertano: è pur tempo di Quaresima, tempo di penitenza e pentimento – 8

RASPADORI. Ancora Raspad’oro, anche se già al 10’ avrebbe potuto segnare ma gli esce solo un tiro loffio di prima. Giacomino è mobile e cerca sempre la porta avversaria – 7,5

SIMEONE dall’87’. A differenza di Giacomino, il Cholo junior stenta a rinascere: eppure poteva essere lui l’ansiolitico naturale per il tre a uno in contropiede, anziché tirare addosso a De Gea – 5

CONTE. Lui la chiama ansia, noi sofferenza. Ma la realtà non cambia: dalla Roma in poi, il Napule fatica ad ammazzare le partite (compreso il primo tempo contro i lacustri a Como). In ogni caso è soverchio aggiungere altro: Conte ha detto che sa come fare e dobbiamo fidarci di lui. E noi questo vogliamo fare: affidarci completamente all’Uomo Nuovo dell’unica e vera rivoluzione calcistica vista da queste parti. Speriamo solo che il Duce Aurelio con quegli occhiali neri che evocano la sinistra patente pirandelliana non faccia altri danni in questa “grande emergenza” (Conte dixit) causata anche da una rosa scarna, ridotta all’osso. Anzi, una raccomandazione vogliamo farla a Conte: non ripeta il ritornello luogocomunista delle dieci finali da giocare. Sembra un Mazzarri o un Inzaghi qualunque – 8

ARBITRO COLOMBO. Un pessimo arbitraggio albionico, che solleva dubbi a non finire – 4

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