ilNapolista

Plusvalenze Roma, anche la procura Figc apre un fascicolo per le operazioni compiute tra il 2018 e il 2020

Tra le operazioni sotto la lente di ingrandimento anche Manolas dalla Roma al Napoli e Diawara che ha fatto il percorso inverso.

Plusvalenze Roma, anche la procura Figc apre un fascicolo per le operazioni compiute tra il 2018 e il 2020
As Roma 16/09/2017 - campionato di calcio serie A / Roma-Hellas Verona / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: James Pallotta

Anche la procura Figic si muove sul caso plusvalenze della Roma. Lo riporta anche Sportmediaset. Dopo il rinvio a giudizio da parte della procura di Roma per l’ex presidente James Pallotta e altri cinque ex dirigenti (Umberto Gandini, Guido Fienga, Mauro Baldissoni, Francesco Malknecht e Giorgio Francia), il procuratore federale Giuseppe Chiné ha aperto un fascicolo indagando su alcune operazioni compiute fra il 2018 e il 2020.

Il procurato Figc Chiné apre un fascicolo sulla plusvalenze della Roma

I pm romani accusano Pallotta e i suoi ex collaboratori di falso in bilancio e violazione del testo unico dell’intermediazione finanziaria con implicazioni sui bilanci dal 2018 al 2022. In altre parole la Roma ha scritto a bilancio plusvalenze per un valore di 60 milioni di euro ma in realtà avrebbero dovuto essere “soltanto” 39. Fra le operazioni sotto la lente d’ingrandimento ci sarebbero l’acquisto di Spinazzola e la successiva vendita alla Juve di Luca Pellegrini (per la difesa si tratta di operazioni slegate), il passaggio di Naingollan all’Inter in cambio di Zaniolo e Santon, l’acquisto di Cristante dall’Atalanta e il passaggio ai bergamaschi di Tumminiello, la cessione al Napoli di Manolas con arrivo in giallorosso di Diawara e, infine, l’operazione con il Sassuolo per Defrel in cambio di Marchizza e Frattesi.

Leggi anche: Caso plusvalenze Roma: prosciolti i Friedkin (Repubblica)

A questo punto non è scontato che vi sia il deferimento della squadra giallorossa visto che, come già accaduto nel processo del 2022 che vide coinvolti fra gli altri Juventus, Genoa, Parma e Sampdoria, i club vennero assolti sia in primo che in secondo grado perché il valore attribuito a un calciatore sarebbe relativo.

Per dimostrare il dolo sarebbe quindi necessario dimostrare l’intenzionalità di gonfiare i valori in bilancio con prove certe come intercettazioni, sequestri di documenti o confessioni.

ilnapolista © riproduzione riservata