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Pochettino: «A Trump piace fare pressione, vuole che gli Usa vincano il Mondiale»

Al Telegraph: «Sono rimasto deluso dalla risposta di Infantino sulla possibilità di vincere il Mondiale. Doveva dire a Trump: ‘Devi chiedere al tuo allenatore’»

Pochettino: «A Trump piace fare pressione, vuole che gli Usa vincano il Mondiale»
Madrid (Spagna) 01/06/2019 - finale Champions League / Tottenham-Liverpool / foto Imago/Image Sport nella foto: Mauricio Pochettino

Mauricio Pochettino ha rilasciato una lunga intervista al Telegraph e ha rivelato che avrebbe preso in considerazione la possibilità di diventare commissario tecnico dell’Inghilterra dopo Gareth Southgate, ma i tempi non erano maturi. Ha invece accettato la carica di ct degli Usa. Gli States, insieme al Canada, ospiteranno il Mondiale che si terrà il prossimo anno.

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Pochettino: «Deluso dalla risposta di Infantino a Trump»

Quali erano le possibilità che succedesse a Southgate?
«L’Inghilterra è come casa mia adesso; questa è casa mia. Ma è vero che sono argentino, può essere una situazione controversa».

«Prima ero sempre al centro del dibattito sul ct dell’Inghilterra, ma a causa del mio rapporto con Daniel Levy (il presidente del Tottenham, ndr), lui mi diceva sempre che il calcio è una questione di tempismo».

L’Inghilterra ha poi scelto Thomas Tuchel. O meglio, John McDermott, direttore tecnico della Fa, l’ha scelto. Lo stesso McDermott ha lavorato a stretto contatto con Pochettino al Tottenham.
«Mantengo un ottimo rapporto con McDermott. Ma penso che la decisione di iniziare a cercare un allenatore sia stata presa dopo aver firmato con gli Usa. Abbiamo firmato, e poi hanno scelto Tuchel. Non siamo mai stati coinvolti».

Pochettino ha anche espresso il desiderio di tornare ad allenare il Tottenham un giorno.
«Vorrei tornare un giorno. Non per il mio ego, ma perché vorrei vincere un giorno con il Tottenham. Eravamo così vicini a vincere ed è stato così doloroso e poi con il Chelsea è stato un anno, molto produttivo, ma ho trascorso quasi cinque anni e mezzo al Tottenham e siamo riusciti ad arrivare in finale di Champions League, a lottare per quattro anni per essere uno dei contendenti per la Premier League, quando prima il club lottava per cose diverse».

Tornando invece sulla nazionale statunitense, il ct dice:
«Stavo ascoltando una conversazione tra il nostro presidente Donald Trump e il presidente della Fifa Gianni Infantino. Il presidente ha chiesto, ‘Possiamo vincere la Coppa del Mondo?’ E Gianni ha detto, ‘Sì’. Ma sono rimasto deluso da questa risposta. Dovrebbe dire, ‘Devi chiedere al tuo grande allenatore, Pochettino. Perché di sicuro, può dare un’opinione migliore’. Penso che la pressione ci sarà, perché siamo un paese ospitante. E poi è un paese in cui la mentalità è quella di vincere. Sai, nello sport, in tutto ciò in cui sono coinvolti gli americani, vogliono vincere. Questa è la cultura. È culturale. Certo, sarà una pressione. Ma una pressione gradita. Ciò significa che sentiremo l’adrenalina di cui abbiamo bisogno».

«Certo, ora con il nostro presidente a cui piace fare pressione, sarà una cosa positiva».

Sulla vita in America, dice:
«È emozionante per diverse ragioni, non solo la sfida sul campo, che è ovviamente la principale, ma anche la sfida di vivere e sperimentare una cultura diversa, persone diverse. Gli Usa sono sempre stati un paese che è stato un mistero per me. Le persone sono completamente diverse, sai. Ma penso che ci siano molte ragioni che ci fanno prestare attenzione, per questo abbiamo ascoltiamo l’offerta e la possibilità di essere lì. Eravamo così emozionati».

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