Politano è piccoletto, tecnico, tendente al dribbling stretto. Ma senza il passo per coprire tutta la fascia. Raspadori ha nel repertorio lampi di imprevedibilità?

Politano fa venire nostalgia di Cambiaso, a un certo punto Spalletti gli dice qualcosa di tremendo (Corsera)
Il racconto del calcio (ma anche di cucina, di numismatica, di conteggio delle pecore) deve essere godibile. Se dovessimo stare appresso ai numerini e ai lambiccamenti di chi crede di interpretare il calcio come se fosse la geometria, ci addormenteremmo dopo dieci secondi. E quindi per quel che riguarda la Nazionale la lettura di Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera (il miglior erede possibile, per distacco, di Mario Sconcerti) è diventata un appuntamento fisso. Stavolta preferiamo saccheggiarlo di due passaggi relativi ai calciatori del Napoli Politano e Raspadori. Il pezzo, ovviamente, merita di essere letto integralmente.
Scrive Roncone a proposito di Politano e Raspadori:
Sugli azzurri: è chiaro che, intanto, l’assenza di Dimarco è piuttosto evidente. Manca la sua corsa, il suo piede sinistro. Manca la potenzialità che ti avrebbe dato in fase offensiva con quei suoi cross dipinti, piuttosto che con certi gol inventati dal niente: e questa non è roba per Udogie, molto fisico, veloce, attento, ma sempre un po’ imbrigliato. È la stessa sensazione che fornisce, dall’altra parte, Politano. Che, invece, è proprio un’ala destra molto classica, da accademia. Piccoletto, tecnico, tendente al dribbling stretto. Ma senza il passo per coprire tutta la fascia. Nostalgia di Cambiaso? Tanta.
Tra l’altro, e questa è la seconda riflessione, in certi ingorghi a centrocampo ogni tanto spunta Raspadori, troppo basso. Mentre dovrebbe galleggiare sulla trequarti, per creare lampi di imprevedibilità: ma ce l’ha nel repertorio?
Il c.t. si sbraccia per far salire i suoi. Ad un certo punto deve aver urlato qualcosa di tremendo a Politano, che ha incassato la testa, annuendo.