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Pozzecco: «Accetto critiche e cattiverie, persino Van Gogh non ha ricevuto rispetto per anni»

A Repubblica: «Rispetto e ammirazione sono due strade diverse. Una strada punta a ciò che conviene, un’altra a ciò che è giusto. Impensabile una medaglia al prossimo Europeo».

Pozzecco: «Accetto critiche e cattiverie, persino Van Gogh non ha ricevuto rispetto per anni»
Mondiali di Basket 2023 / Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Gianmarco Pozzecco ONLY ITALY

Il coach della Nazionale italiana di basket maschile Gianmarco Pozzecco si racconta a Repubblica in vista del sorteggio per gli Europei.

Pozzecco: «Un bravo coach è ottimista. Persino Van Gogh non ha ricevuto rispetto per anni»

La sfida è tornare a vincere una medaglia?

«Impensabile. O non ipotizzabile. Rifletto sulla storia e rafforzo l’idea di quanto il basket sia cambiato. Ad Atene 2004 fu un’impresa, ma ora mi gioco contro e dico che oggi non ci ritroveremmo tante squadre poco competitive. Ci sono oggi troppi squadroni».

Quindi come si va a questo Europeo?

«Senza poter garantire un risultato, però senza censurare i sogni, aiutando i ragazzi a viverli e pensando in grande. Amo le sfide e accetto le critiche, persino le cattiverie, che pure mi fanno girare le scatole».

Un bravo ct è più ottimista o realista?

«Ottimista. Io lo sono, credo nei giocatori italiani, competitivi com’ero io. Mi chiedo quanti allenatori italiani oggi crederebbero nei nostri. Di certo, nessuno quanto me».

Meglio essere rispettato o amato?

«Sono due strade diverse. E se anche uno come Van Gogh per anni non ha ricevuto rispetto, può capitare oggi anche a un povero coach di basket di non piacere. Una strada punta a ciò che conviene, un’altra a ciò che è giusto. Sei amato dai tuoi giocatori, gli unici che contano, se fai quello che ritieni giusto. Hai rispetto se fai ciò che reputi conveniente. Forse però dagli altri, non dai tuoi ragazzi. Io la mia scelta l’ho fatta da un pezzo, credo sia chiara, basta guardarmi in campo».

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