Sul Paìs. Nel 1990 Beenhakker andò a prendere all’aeroporto Schuster, per convincerlo a cambiare squadra. Come se Zidane si fosse presentato da solo a Barajas per prendere Suárez e portarlo in macchina a casa di Florentino Pérez
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Queste sono quasi cronache marziane. O comunque da un passato che oggi è inimmaginabile. C’è stato un tempo – 1990 – in cui un allenatore del Real Madrid poteva andare prendere all’aeroporto una star del Barcellona, e portarlo a bere una cosa al bar, senza che niente di tutto questo diventasse… “virale”. Lo racconta, con un po’ di nostalgia per i bei tempi che furono e non sono più, El Paìs.
“Nella primavera del 1988, due anni dopo la sconfitta nella finale della Coppa dei Campioni, il Barcellona decise di non rinnovare il contratto di Bernd Schuster, una delle sue stelle. Il rapporto cominciò a deteriorarsi quando Schuster tornò in hotel dopo essere stato sostituito in quella finale europea, senza aspettare di vedere come sarebbe finita la partita (il Barcellona non aveva mai vinto la Coppa dei Campioni). Schuster lasciò lo stadio, il Sánchez Pizjuán, e, vestito con la tuta del Barcellona, salì su un taxi; il tassista, incredulo, esclamò: “Ma Schuster, non stai giocando?”, “No, sono stato sostituito“. Dopo due anni e tanti alti e bassi al Barcellona, tra cui un anno senza giocare, una chiamata accese la sua curiosità. Era Leo Beenhakker, allenatore del Real Madrid. Gli chiese quale fosse la sua situazione al Barcellona e ha aggiunse che il Madrid sarebbe stato felice di averlo. Concordarono di incontrarsi a casa di Ramón Mendoza, allora presidente del Real”.
“Poi è successo. L’allenatore del Madrid Beenhakker si è recato all’aeroporto per prendere il giocatore del Barcellona Schuster. Lo andò a prendere al terminal e andarono insieme a casa di Mendoza. Trent’anni dopo, è come se Zidane si fosse presentato da solo a Barajas per prendere Luis Suárez e portarlo in macchina a casa di Florentino Pérez. Mettine un altro, più discreto, se vuoi, perché l’universalità di Zidane non ha niente a che vedere con quella di Beenhakker, anche se Beenhakker era molto famoso negli anni ’80. Ma il fatto è che allora nessuno se n’è accorto. Il modo per scoprirlo non era mettere mano al portafoglio e pubblicare una foto di cinque secondi su Instagram; l’unico modo era incontrarli e chiamare una redazione. Nessuno lo ha fatto. Ma Mendoza gli mise le mani sulla testa. “Sei andato a prenderlo all’aeroporto?. Oh, fantastico, beh, se vuoi possiamo andare al bar all’angolo per bere qualche birra e chiacchierare tranquillamente“. Schuster ha giocato per due anni nel Madrid”.