La Gazzetta continua ad attribuire centralità al direttore sportivo ma i fatti vanno in altra direzione. Osimhen è molto probabile che finisca all’estero

La Gazzetta si concentra su Victor Osimhen, attaccante di proprietà del Napoli in prestito al Galatasaray. Tutti lo vogliono, i grandi club osservano aspettando il momento propizio. In Italia Giuntoli si muove (sempre che resti alla Juventus, ndr), lancia segnali e aspetta di sedersi al tavolo delle trattativa. La clausola da 75 milioni non è valida per i club italiani. Il nodo è che la Gazzetta continua ad attribuire a Giuntoli centralità che nel progetto bianconero, ma i fatti conducono in tutt’altra direzione.
Leggi anche: Osimhen segna due gol al Rwanda
C’è un mondo (quasi) che s’è messo alla finestra per Osimhen
Sulla Gazzetta si legge:
Tutte le strade portano a Osi: e che si vada a Parigi, che si scelga di atterrare a Manchester, che si proceda in direzione Londra oppure Liverpool, che si preferisca l’Italia e quindi Torino.
C’è un mondo (quasi) che s’è messo alla finestra, che allude, lusinga, chiede oppure finge disinteresse per quell’uomo mascherato, ma fino a un certo punto: perché l’identikit lo svela il suo curriculum e al resto provvede la postura del corpo. Sua Maestà Victor Osimhen, ultimo domicilio Istanbul, al Galatasaray, ventisei gol tutti d’un colpo presentandosi persino a giochi avviati, sa come si crea un esercito di sudditi: c’è una fila di pretendenti, sono club di primissima fascia.
Una clausola che soffoca qualsiasi asta: con 75 milioni, Osimhen si può prendere dalla sera alla sera, inviando la classica Pec ed annunciando che si vuole esercitare un diritto praticabile. E però, affinché non sia poi così semplice, Cristiano Giuntoli, che per Osimhen spinse De Laurentiis ad investire 49 milioni nel 2020, in piena pandemia, non si è lasciato distrarre dai problemi di questi mesi: sapendo, s’è messo dietro l’uscio, come sua buona abitudine ha lanciato segnali di fumo e, incurante di dover giocare al rialzo, ha fatto sapere che lui è pronto a giocarsela. A quel punto, ovvio, si aprirebbero altri scenari, sarebbe necessario e anzi indispensabile accomodarsi ad un tavolo, fare un’offerta, spingendosi oltre l’accordo.