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Sul doping di Sinner le accuse del sindacato di Djokovic hanno il sapore della cospirazione (Guardian)

La causa presenta ampie critiche valide all’Atp, alla Wta e all’Itf. Altre lo sono meno come ad esempio la richiesta di “esporre sponsorizzazioni di scommesse”

Sul doping di Sinner le accuse del sindacato di Djokovic hanno il sapore della cospirazione (Guardian)
Jannik Sinner of Team Italy smiles after beating Alex de Minaur of Team Australia during their semi-final singles match between Italy and Australia at the Davis Cup Finals at the Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena arena in Malaga, southern Spain, on November 23, 2024. (Photo by JORGE GUERRERO / AFP)

Il Guardian ha letto le 163 pagine di denuncia della Professional Tennis Players’ Association (la Ptpa) nei confronti di Atp, Wta e Itf. In linea di massima la denuncia ha un senso anche se alcuni dei contenuti possono non essere condivisi. Come ad esempio il passaggio sul doping di Sinner. E ricorda come “la Ptpa funziona apparentemente come un sindacato dei giocatori, ma non è legalmente riconosciuta come tale, poiché i giocatori sono classificati come appaltatori indipendenti piuttosto che dipendenti“.

Il sindacato di Djokovic da tempo cerca “di ottenere un posto al tavolo decisionale del tennis

Da tempo, sottolinea il Guardian, questa specie di sindacato co-fondato da Djokovic cerca “di ottenere un posto al tavolo decisionale del tennis“. Ogni tentativo però è stato respinto dai principali organi di governo (l’Associazione dei professionisti del tennis, la Women’s Tennis Association, l’International Tennis Federation e i quattro tornei del Grande Slam). In fondo questa causa “non è una grande sorpresa“. La tensione era in crescita da tempo.

Nelle 163 pagine della causa, la Ppta presenta ampie critiche valide ai tour“.  Dalla mancanza di trasparenza finanziaria da parte di Atp e Wta,  alla bassa percentuale di entrate ricevute dai giocatori, alla stagione estenuante di 11 mesi, alla frequenza di partite che si trascinano fino alle 3 del mattino o più tardi, oltre alla decisione sempre più impopolare di aumentare gli eventi Atp Masters 1000 e Wta 1000 a 12 giorni.

Il “sindacato” parla anche di “pratiche anti-competitive”, denunciando di fatto l’esistenza di un cartello. “Le strutture del tour limitano artificialmente il potenziale di guadagno dei giocatori“. In alcuni casi hanno pure ragione.

La Ptpa sostiene anche che “il presidente del consiglio direttivo Atp (il direttore generale Andrea Gaudenzi) ha un interesse finanziario a schierarsi con i tornei anziché con i giocatori“. E anzi, ha “cercato aggressivamente di scoraggiare i giocatori dall’associarsi ufficialmente alla Ptpa e li ha persino penalizzati per averlo fatto“.

Scommesse, Sinner, e le altre argomentazioni dell’Ptpa

Tuttavia non tutte le argomentazione del “sindacato” sono condivisibili. “La causa dedica molto tempo a lamentarsi del sistema di classifiche. Ci sono questioni valide che circondano le restrizioni sui giocatori. Si critica anche la mancanza di libertà dei giocatori di competere al di fuori del tour in esibizioni non autorizzate e redditizie e l’esclusione di quegli eventi dal ricevere punti di classifica. A parte il fatto che le esibizioni avvantaggiano solo i giocatori più ricchi e famosi, premiare eventi di invito non regolamentati, poco impegnativi e distratti con punti di classifica svaluterebbe l’intero sport“.

La Ptpa sostiene anche che “ai giocatori dovrebbe essere consentito di accettare o esporre sponsorizzazioni di scommesse“. E questa non è esattamente una tematica condivisibile.

Ci sono anche alcune gravi accuse mosse all’antidoping e all’International Tennis Integrity Agency. Ma sono accuse che hanno il sapore della cospirazione. “Come l’insinuazione che il risultato iniziale ricevuto da Jannik Sinner nella sua prima udienza antidoping abbia avuto un esito positivo perché è «un giocatore di spicco che non aveva espresso alcun problema con il cartello»“.

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Piccola nota a margine. “La causa della Ptpa è guidata da James W Quinn, un famoso avvocato che ha contribuito a negoziare il caso NBA nel 1976 che ha permesso ai suoi giocatori di assicurarsi la free agency. I suoi sforzi sono finanziati in parte dal miliardario fondo speculativo Bill Ackman“.

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