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Tudor è un duro degli spogliatoi, Payet ne sa qualcosa

Ha litigato in ogni squadra che ha allenato. Forse la proprietà della Juve è convinta che serva un sergente di ferro con questi calciatori

Tudor è un duro degli spogliatoi, Payet ne sa qualcosa
Dc Roma 30/03/2024 - campionato di calcio serie A / Lazio-Juventus / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Igor Tudor

La Juventus esonera Thiago Motta, fra le tante ragioni, anche per lo scarso rapporto con parte dello spogliatoio. La Juventus assume per sette mesi Igor Tudor, acclamato come salvatore della patria ma descritto dai suoi ex giocatori come un “sergente di ferro”, un hombre vertical che non sente regioni. Si fa come dice lui e basta.

Se Thiago Motta è un integralista, Tudor cos’è?

Thiago Motta non ha trovato il “link” (così dicono quelli bravi) con lo spogliatoio. A lui si contesta di non essere stato flessibile, di non aver capito le esigenze dei giocatori. Non ha mai fatto un passo indietro rispetto ai suoi principi, troppo più importanti dei giocatori.

E per risolvere la situazione, tornare a far risultato e centrare la qualificazione in Champions, la Juve ha preso un allenatore uguale, almeno su questo aspetto. Certo, un filo di esperienza in più rispetto all’italo-brasiliano Tudor ce l’ha. La Lazio oggi gioca in Europa League grazie a lui. Ma è indubbio che Tudor non sia proprio un “normalizzatore”. Lo scriveva il Corriere dello Sport il 6 giugno 2024, quando Lotito e il tecnico decisero di separarsi per diversità di vedute.

“Con Tudor, allenatore da bastone e carota, accolto dal presidente come tecnico castigatore e rigorista (non nel senso dei penalty), non era cambiato nulla. Anzi, la sua “militarizzazione” era stata vista subito male. È stato respinto e ricusato per i metodi e anche per il modulo, non ha mai convinto la squadra per gli sforzi (soprattutto dei 3 difensori) cui era obbligata con il gioco d’urto”.

Intendiamoci, la Juve raggiungerà il quarto posto e quindi la qualificazione in Champions. Per la verità lo avrebbe fatto anche con Motta, ma la decisione di cambiare è comprensibile. Meno la decisione di chi ingaggiare al posto di Thiago. Forse la Juventus crede che gran parte della responsabilità sia dei calciatori e quindi serve qualcuno che li metta in riga. Il dna bianconero non può essere l’unica ragione, o la principale, che spiega la scelta.

Ricordiamo che prima di approdare alla Lazio, era stato accostato parecchio al Napoli dopo l’esonero di Garcia e di Mazzarri. Vox Medii vuole che fu De Laurentiis a scartarlo perché si rifiutò di rinunciare ai propri principi sull’altare del 4-3-3. Un altro integralista in pratica.

Per non parlare dei sette mesi di contratto proposti dal patron del Napoli che Tudor rifiutò [ ]. Alla Juve ne accetta tre, quattro in caso di permanenza fino al Mondiale per club.

Alla Gazzetta, il suo agente disse: «Igor non è un traghettatore e ha il suo tipo di gioco con esterni a tutta fascia. Idee troppo diverse tra lui e il Napoli».

Certo il Napoli non è la Juventus, il croato ha un legame troppo stretto con la Vecchia Signora.

Durante il suo periodo a Marsiglia, il rapporto con lo spogliatoio non fu facile. Payet a L’Equipe parlava così del rapporto con il tecnico:

«Durante lo stage in Inghilterra alla fine di luglio, abbiamo improvvisamente scoperto una persona ruvida e brutale. Nel suo modo di essere, nelle sue parole. Era prepotente. ogni allenatore arriva con nuove idee, un nuovo modo di giocare, ma non dovrebbe togliere il lato umano».

Speriamo per la Juve e i suoi tifosi che il club non abbia deciso di cambiare tanto per cambiare. Ma vista la gestione di queste ultime settimane tutto è possibile.

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