Il croato ha un contratto di 600mila euro fino al Mondiale per Club. Il bonus rescissione sarebbe un giusto premio per la qualificazione

Tudor, rinnovo in caso di qualificazione Champions ma con 500mila euro la Juve rescinde (Bargiggia)
Il giornalista Bargiggia su X scrive le condizioni del contratto di Igor Tudor alla Juventus:
Per Tudor alla Juventus contratto di 600mila euro fino al Mondiale per Club e opzione di rinnovo fino al 2026 in caso di conquista del posto in Champions League ma, se la Juve non sarà convinta di proseguire, potrà ugualmente rescindere pagando una penale di 500 mila euro.
Di fatto, è un contratto fino a fine stagione. Quelle 500mila euro per rescindere in caso di qualificazione Champions possono essere paragonabile a un premio. Il club ha voluto lasciarsi le mani libere per poter ricostruire dopo la sciagura della coppia Thiago Motta-Giuntoli. Al momento, la Juventus è quinta con un punto di ritardo dal Bologna e uno di vantaggio sulla Lazio.
Per Tudor alla @juventusfc contratto fino al Mondiale per Club di 600 mila euro e opzione di rinnovo fino al 2026 in caso di conquista del posto in @ChampionsLeague ma, se la Juve non sarà convinta di proseguire, potrà ugualmente rescindere pagando una penale di 500 mila euro.
— Paolo Bargiggia (@Paolo_Bargiggia) March 23, 2025
Tudor è il primo passo per il ritorno della Juventus. Il secondo dovrà essere l’addio di Giuntoli (di Giuseppe Alberto Falci – Il Napolista)
Forse è tornata la Juventus. È ancora presto per esultare e tornare ai fasti dei nove scudetti di fila ma qualcosa si è intravisto nelle ultime ore. Fuori Thiago Motta, l’allenatore che piace alla gente che piace. Demansionato di fatto Cristiano Giuntoli, il “mago” del mercato che non ha mai messo a fuoco l’importanza della casa madre. Fuori l’ideologia, il presunto giochismo e la sbruffonagine. Tre ingredienti mai sopportati dalle parti della Continassa.
Si riparte da Igor Tudor che di juventinismo ha una laurea con lode al Politecnico di Villa Frescot. Il nuovo mister ha conosciuto la Juve negli anni fantastici di Marcello Lippi. Ha lottato come lotta Madama, ha segnato goal importanti – iconico quello agli ottavi di finale contro il Deportivo – è stato al fianco di bandiere bianconere come Antonio Conte, ed è stato anche vice di Pirlo nell’esperienza allenatoriale di quest’ultimo che portò comunque due coppe.
Esultare oggi sarebbe sbagliato. Perché – come abbiamo detto su queste colonne – non è sufficiente sostituire la guida tecnica. Tudor darà una scossa a un ambiente depresso dal thiagomottismo, rivalorizzerà un talento come Dusan Vlahovic – mai visto così sotto tono negli anni bianconeri – e i tanti profili delusi dalle scelte di Motta. Proverà a rimettere insieme i cocci di una squadra che non è il Real Madrid ma può esprimere un buon livello calcistico. Ma soprattutto Tudor cercherà di trasmettere il dna della casa madre. Nove giornate non sono tante ma possono essere sufficienti a ricalibrare una stagione.
Inoltre, la scelta di Tudor pacifica la tifoseria e tiene aperta la finestra estiva per l’ingaggio di un allenatore top ed è questa un’altra mossa azzeccata.
Dopodiché serviranno altri segnali. La fuoriuscita di Giuntoli è nelle cose. È lui il grande sconfitto di questa fase che volge alla conclusione. L’ultimo gesto disperato per salvare la cadrega è stato il tentativo di ingaggiare Roberto Mancini. Raccontano di un John Elkann infastidito da una campagna acquisti extralarge e flop. Il nipote dell’avvocato non ha la passione del cugino Andrea ma – confidano – abbia in testa il nuovo assetto dei quadri societari. Con innesti in continuità con il ritorno di Tudor. Le carte sono coperte ma sono sul tavolo dell’Ingegnere. I segnali vanno in questa direzione. Si parla di Alex Del Piero come presidente, Giorgio Chiellini come direttore generale e Antonio Conte come allenatore. Intanto, bisogna godersi lo sbarco di Tudor a Torino. Forse è tornata la Juve.