Confermate le condanne per cinque esponenti del gruppo “I Drughi”. Sentenza che interessa anche Milan e Inter dopo l’inchiesta “Doppia Curva”

La Cassazione conferme definitivamente le condanne per cinque esponenti della tifoseria organizzata della Juventus processati nell’ambito dell’inchiesta “Last Banner”. Lo riporta La Stampa L’inchiesta era partita nel 2018 dalla denuncia di Alberto Pairetto, l’allora addetto ai rapporti con i tifosi della società juventina. Le successive intercettazioni e testimonianze hanno restituito uno scenario cupissimo. Le ipotesi di accusa, confermate in cassazione, sono di associazione a delinquere, estorsione di favori e biglietti ai danni del club, fino agli episodi di violenza privata contro altri tifosi.
Ultras della Juventus: c’è l’associazione a delinquere
La sentenza definitiva riconosce per la prima volta il reato di associazione a delinquere per vicende legate alla tifoseria organizzata, creando un importante precedente giuridico nel contrasto alle attività illecite negli stadi italiani. Chiaro il riferimento all’inchiesta che ha colpito il tifo organizzato di Milan e Inter.
I cinque imputati sono tutti esponenti di spicco dei Drughi, erano accusati a vario titolo di associazione a delinquere ed estorsione.
“L’obiettivo, come ha sottolineato il sostituto procuratore generale Alessandro Cimmino durante la requisitoria, era quello di «condizionare le scelte della società» per «riottenere i benefit, tra cui i biglietti per le trasferte» e «altri privilegi che la dirigenza aveva deciso di revocare»”.
Pairetto: «Diremo a Report di quando Agnelli e Marotta hanno incontrato a Napoli i Dominello. Diglielo»
L’obiettivo era sempre lo stesso: avere la disponibilità di un numero maggiore di biglietti. Quando questo non accadeva arrivavano le minacce, le ritorsioni.
Emergono spaccati interessanti dall’inchiesta della Procura di Torino che questa mattina ha portato all’arresto di dodici capi ultras della Juventus. Tutto nasce da Pairetto Alberto Pairetto (sì, il figlio dell’ex arbitro condannato per Calciopoli: 2 anni e 6 mesi dalla giustizia sportiva e due anni da quella penale; e anche il fratello dell’arbitro in attività) che aveva negato biglietti aggiuntivi agli ultras.