Il mondo sta ri-scoprendo la grande bellezza di Kvaratskhelia, come ai primi tempi del Napoli. “È come se tracciasse una direzione che solo lui conosce”

Parigi è in luna di miele con Kvaratskhelia (L’Equipe)
Ci risiamo. Solo che adesso fa anche un po’ male. Il mondo sta ri-scoprendo la grande bellezza di Khvitcha Kvaratskhelia. Il controllo di palla aereo immortalato dai fotografi sabato a Rennes è diventato un brand, e i media hanno ricominciato a parlare di Kvara un po’ quando al primo anno col Napoli era in pagina sul New York Times un mese sì e un mese no.
L’Equipe scrive che “ha gradualmente rivelato il suo gioco davvero unico. I calzini abbassati lasciano intravedere i polpacci voluminosi e questa silhouette a volte curva che, con una finta, un’accelerazione, riesce a farsi spazio. Il 24enne georgiano sta coltivando la sua reputazione di giocatore unico”.
Il giornale francese è inebriato dalla sua “rara tecnica”, dal “sorprendente modo di danzare attorno agli avversari. C’è un’eleganza, qualcosa di quasi antiquato ed estetico nella tecnica di movimento del neoparigino”.
“C’è anche qualcosa di sconcertante in lui, perché ha la capacità di essere creativo anche in spazi ristretti, con una fluidità fuori dal comune. A differenza di Neymar, ad esempio, il georgiano non fa ricorso a gesti tecnici elaborati”. Pochi fronzoli, è efficace.
A L’Equipe ne ha parlato anche Frank Anguissa: “È come se tracciasse una direzione che solo lui conosce… Non sai dove andrà a finire e ti rendi conto che lui c’è già stato. Come in tutti i palleggiatori, c’è una componente di istinto. Ma in Khvitcha è proprio questo a renderlo ancora più elegante, lo ritengo ancora più importante. In tal caso si tratterà di elusione, di finte di corpo o di finte di colpo. Ma a differenza di Dembélé che li fa fermare, lui li fa muovere. Aspetterà fino all’ultimo momento che il difensore si muova per adattarsi. E una volta che inizia, hai la sensazione che lui preveda tutto. Si ha la sensazione che lui abbia già visto le azioni in precedenza”.
“Nell’uno contro uno è ingiocabile – dice invece Tanguy Ndombele – Uno dei più forti che abbia mai visto nella mia carriera. Uno contro uno, due contro uno, non ha mai paura di andarci. C’è qualcosa di puro, di facile nella sua tecnica. Va veloce, con finte di corpo, doppi contatti, dà, chiede di più”.