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Valdano: “Il Brasile non ha gioco né centrocampisti, erano la sua identità”

Sul Paìs: “L’abbandono della propria identità ha queste conseguenze: l’Argentina ha mantenuto l’ha mantenuta intatta”

Valdano: “Il Brasile non ha gioco né centrocampisti, erano la sua identità”
Doha (Qatar) 28/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Brasile-Svizzera / foto Imago/Image Sport nella foto: Vinicius Junior ONLY ITALY

Scrive Jorge Valdano, sul Paìs, che “il calcio liquefa la fogna esistenziale e, con un pizzico di fortuna, ci riporta a casa con un senso di orgoglio, come se fossimo protagonisti e non spettatori dell’impresa”. E con questo presupposto commenta la disfatta del Brasile con l’Argentina.

“Il Brasile ha grandi attaccanti – scrive – ma la squadra non riesce a trovarli perché mancano i centrocampisti che, in un’altra era geologica, erano la ragione del suo calcio. Ho pianto ai Mondiali del 1970 con Gerson, Pelé, Jairzinho, Tostao e Rivelino, tutti numeri 10 nelle loro squadre di casa che hanno sacrificato parte del loro ruolo abituale per affermarsi come un’orchestra calcistica e rimanere nei nostri ricordi. Nel 1982 la nazionale brillò di nuovo con Falcao, Toninho Cerezo, Sócrates e Zico, ma perse. Fu allora che il Brasile subì un attacco di senso pratico, che non alterò il suo spirito vincente, ma seppellì la magia che ci permetteva di riconoscere la sua sensibilità anche sotto una camicia a quadri. L’abbandono della propria identità ha queste conseguenze. Continuano a esportare più giocatori di chiunque altro e il calcio resta la grande passione della nazione, ma il loro gioco ha smesso di affascinare”.

“Il Brasile uscirà sicuramente da questo periodo di stagnazione, ma nel frattempo sarebbe saggio che recuperasse l’amore per il gioco, l’orgoglio storico per la sua unicità”.

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