A Repubblica: «Diceva così perché si vedeva brutto. Ma per me era bellissimo perché quando uno è cosi intelligente, straordinario, lo guardi negli occhi e il resto non conta più».

Ornella Vanoni si racconta in una lunga intervista a Repubblica incentrata sull’amore che è anche il fulcro dei concerti che sta tenendo in questi giorni a Bologna con Malika Ayane e Simona Molinari.
Che peso ha avuto l’amore nella sua vita?
«Importantissimo, e a volte inutile. L’amore rappresenta anche una sconfitta, le abbiamo subite tutti. Ci deludiamo. Una persona che ci delude è una sconfitta anche per noi, per averla scelta».
Che rapporto ha con Bologna? Era legata a Lucio Dalla? «Amo Bologna, ci andavo tutti i weekend, a casa di una mia amica, in via dell’Osservanza. Mi sono divertita tanto. E c’era Lucio, un grande. Raccontava: “Ornella è l’unica che parla con me, le altre voltavano la faccia dall’altra parte”. Diceva così perché si vedeva brutto. Ma per me era bellissimo perché quando uno è cosi intelligente, straordinario, lo guardi negli occhi e il resto non conta più».
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Perché era speciale? «Era un talento pazzesco. Vocalmente faceva quello che voleva, la musica che scriveva era meravigliosa. I testi hanno una triste dolcezza profonda, e sono pieni di ironia. Oggi dovrebbero far risentire Futura. Descrive i giorni che stiamo vivendo. Era avanti, quel brano era premonitore».
Aveva un fondo di malinconia. «Anche Lucio era molto triste, grande bugiardo e divertente. Quanto a ironia, ci trovavamo. Passeggiava tranquillo per Bologna, lui era Bologna. Adesso che non c’è mi sembra diversa».