A L’Equipe: «Leclerc? È vero, ora è meno sotto i riflettori. Potrebbe subentrare un po’ di frustrazione, gelosia, ma Charles è una persona intelligente»

L’Equipe intervista Frédéric Vasseur, 56 anni, tema principal e general manager della Ferrari.
Parla dell’ultimo Gran Premio in Cina dove Hamilton ha vinto la gara sprint ma poi il Gp è stato un disastro con entrambe le vetture squalificate dopo che Leclerc era arrivato quinto e Hamilton sesto.
«Dalla Cina siamo tornati con un po’ di frustrazione, perché sentivamo di aver fatto un passo avanti rispetto all’Australia (Leclerc 8°, Hamilton 10°). Non si è concretizzato a punti con le squalifiche, ma penso che siamo stati sulla strada giusta con molti aspetti positivi: la pole e la vittoria di Lewis allo sprint e la gara di Charles domenica. Ma ancora una volta, anche la parte buona bisogna saperla analizzare, capirla per progredire».
Vasseur ovviamente parla di Hamilton.
«C’erano persone che ci dicevano: “Ah, avete fatto molto rumore con Lewis quest’inverno”. No. È stata la stampa a fare molto rumore. Non abbiamo chiesto niente. Abbiamo pubblicato una foto. Non abbiamo fatto una sola intervista. Non abbiamo nemmeno fatto una presentazione a Maranello. Quindi questa mania esiste, è inerente al team, ai piloti, ma non è qualcosa che stiamo cercando. Dobbiamo solo conviverci, tutto qui. Lo prendo come positivo perché è bello avere tifosi che aspettano fuori e che sono entusiasti. Mi piace quell’energia».
Ti ritrovi vent’anni dopo con Lewis Hamilton, avevi lavorato con lui in GP2 nel 2006. È cambiato?
«Tutti cambiamo in vent’anni, ma la caratteristica comune tra il Lewis di oggi e il Lewis di 20 anni fa è che è sempre molto esigente. È il primo ad andare a correre al mattino, il primo ad allenarsi. È il suo marchio di fabbrica e lo ha mantenuto. Ed essendo esigente con se stesso, è anche arci-esigente con gli altri».
Dal suo arrivo a Maranello, Hamilton sembra trasformato, più umano nell’esprimere i suoi sentimenti come quando sabato ha ammesso di essere stato toccato dalle critiche ricevute…
«Non ne so niente. Ma dovreste riconoscere che alcune critiche sono state… (esita) molto dure. Pensare che Hamilton sia logoro, obsoleto (nel senso di superato, ndr), è maleducato. E poi, è sbagliato. Guarda la sua ultima gara dell’anno scorso, parte sedicesimo e finisce quarto superando il suo compagno di squadra».
E per quanto riguarda Leclerc, non è una situazione troppo complessa per lui?
«È meno sotto i riflettori, è vero. Ma questo gli lascia più tempo per se stesso, per fare altre cose, per stare con i suoi amici. C’è del buono in questo. Potrebbe esserci un po’ di frustrazione, gelosia, ma penso che Charles sia intelligente, che capisca al meglio la situazione e che ne veda soprattutto il lato positivo. Può concentrarsi al 100% sull’obiettivo sportivo».
Tra Giuntoli e Vasseur la domanda sorge spontanea: come li sceglie John Elkann i dirigenti?