In venti minuti abbiamo spiegato perché noi siamo secondi e loro noni. Poi ricordiamo che se non fossimo stati masochisti saremmo già a piazza Plebiscito a festeggiare

Buongiorno sembra Nesta. Vinciamo come vincono le squadre che ci credono
Con le unghie si graffia la storia o la si può scrivere. Un tempo c’era Blasone, ora c’è una cronaca mal raccontata quella di un Napoli lanciato alla rincorsa, con l’anima gonfia di orgoglio e coraggio, di un team sostenuto da regole astratte. Lotito lo ha detto, noi non molliamo.
Pronti via, GioGio per Matteo, un sibilo, una carezza. Pavlovic portato al bar da Lukaku; Matteo serve uno Spritz. Uno a zero.
Bentornato David. Fa ammattire mezza fascia sinistra. Loro ci capiscono poco. Zambone di tacco fuori di un soffio.
Date una cattedra ad Alessandro Buongiorno il “Master “Letture difensive”. Ricorda Nesta. Ruba palla in anticipo e accorda la chitarra a Gilmour, la nota è per BigRom che stropiccia e segna. Due a zero al diciottesimo. Comfortably Numb
Fine primo tempo
Sintesi: in venti minuti abbiamo spiegato perché noi siamo secondi e loro noni.
Al rientro, Conceição si ricorda di avere Leao. Noi che giochiamo con Anguissa a metà e senza McTom.
Crescono, noi anziché chiuderla ci ricordiamo che in fondo se non fossimo stati masochisti saremmo già a Piazza Plebiscito a festeggiare.
Billing stende Theo che stranamente non simula. Rigore stranetto. Super Alex Magno, cavalc Bucefalo e blocca. Meret è così lo si ama.
Andiamo giustamente in ansia tanto che segna persino Jovic che non lo si prende più nemmeno al fantacalcio. Due ad uno.
Esce Lobo, finiamo con un 5-4-1 essenziale e vintage. Mazzocchi ha la palla della carriera ma si accartoccia.
Vinciamo con l’anima, con la forza nervosa. Vinciamo come vincono le squadre che ci credono. Non importa quanta gente si frappone tra te e un sogno, se lo custodisci ogni momento, lo vivrai ogni giorno.
Siamo li, ad un soffio da loro.
Fianco a fianco fino a riprenderli