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Zappi (presidente arbitri): «Marciniak è andato al Var e poi ha deciso, questo è importante»

A Radio Crc: «sogno un calcio in cui si abbia la certezza che l’arbitro abbia deciso dopo aver constatato l’oggettività di un fatto»

Zappi (presidente arbitri): «Marciniak è andato al Var e poi ha deciso, questo è importante»
Dusseldorf (Germania) 17/08/2020 - Final Eight Europa League / Inter-Shakhtar Donetsk / foto Getty/Uefa/Image Sport nella foto: Szymon Marciniak

Antonio Zappi, presidente Aia (associazione italiana arbitri), è intervenuto a Radio Crc alla trasmissione “A Pranzo con Chiariello”.

Di seguito le sue parole:

«L’Aia deve essere una casa di vetro, come sempre lo è stata, al di là delle maldicenze e dei retropensieri. Noi dobbiamo lavorare sempre di più, affinché questa convinzione pervada integralmente tutto il monto del calcio.

Sperimentazione in Coppa Italia? Questa tipologia di comunicazione è divisa in due parti: la proiezione delle immagini nei tabelloni dello stadio, in modo tale che chi è presente vedrà ciò che gli operatori al Var stanno visionando; e la spiegazione al pubblico da parte dell’arbitro della propria decisione. Quest’ultima è quella che è stata autorizzata per le fasi finali della Coppa Italia. In Inghilterra è già stato fatto e si tratta di un ampliamento della trasparenza del processo decisionale che porta alla conferma o meno della scelta assunta sul campo.

Var a chiamata? Nel calcio a cinque è stato introdotto il video support, che consente la possibilità di chiamata: è la prima volta nella storia. A breve potrebbe essere introdotto in Serie C e nella Serie A femminile, sulla base di una richiesta del presidente Gravina e dell’autorizzazione dell’Ifab. L’arbitro, se richiamato dalle società, andrà a fare la review e sulla base degli elementi visivi che revisionerà potrà confermare o meno la propria decisione.

Zappi parla anche di Marciniak e del rigore revocato in Germania-Italia

È difficile immaginare un cronoprogramma per la Serie A, però la direzione mi sembra chiara. Non si può fermare il vento con le mani: noi come mondo arbitrale non dobbiamo subire quello che siamo in condizioni di poter gestire. La centralità dell’arbitro dovrà rimanere fondamentale: ci saranno sempre episodi valutativi e discrezionali che rimarranno in una zona grigia. Io sogno un calcio in cui ogni soggetto del calcio abbia la certezza che l’arbitro abbia deciso dopo aver constatato l’oggettività di un fatto, attraverso tutti gli elementi.

Marciniak? (Il riferimento è al rigore prima concesso all’Italia e poi revocato in Germania-Italia 3-3). Il calcio è uno sport di contatto e non tutti i contatti sono falli. I colleghi internazionali hanno deciso di chiamare l’arbitro all’on field review perché hanno ritenuto che ci fosse una previsione protocollare che consentiva questo tipo di intervento. Marciniak ha così potuto rivalutare la decisione assunta. Quello che è prevalso è che l’arbitro, dopo aver rivisto e valutato, ha deciso: questo è ciò che dovremmo apprezzare.

Quello che dico sempre è massima apertura e massima possibilità da parte dell’Italia per le sperimentazioni.

Tempo effettivo? C’è un dibattito in corso: le riforme necessitano di studio e di tempo. Anche in questa direzione il calcio sta cercando i dovuti accorgimenti».

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