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Aia, Zappi: «L’arbitro picchiato venga equiparato ai medici e i sanitari picchiati, sia previsto dal codice penale»

Il presidente dell’Associazione arbitri: «È in corso un’interlocuzione politica, c’è una svalutazione della figura dell’arbitro, è inaccettabile»

Aia, Zappi: «L’arbitro picchiato venga equiparato ai medici e i sanitari picchiati, sia previsto dal codice penale»
Db Milano 30/01/2011 - campionato di calcio serie A / Inter-Palermo / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: logo Associazione Italiana Arbitri

Il giovane arbitro Diego Alfonzetti, vittima la scorsa settimana di un’aggressione durante una partita, ha assistito ieri al derby tra Lazio e Roma all’Olimpico. L’arbitro, si legge nel comunicato dell’Aia (Associazione arbitri italiani) è sceso inizialmente in campo in occasione dello schieramento pre-partita al fianco dei colleghi Simone Sozza, Giuseppe Perrotti, Marcello Rossi e Daniele Doveri, poi è salito in tribuna per assistere alla gara insieme al presidente Antonio Zappi. 

L’aggressione ad Alfonzetti era avvenuta durante una partita degli Allievi Under 17 a Riposto, in provincia di Catania.

Aia, Zappi: «Vogliamo far entrare la figura dell’arbitro nel codice penale»

Zappi si è espresso in merito. Le dichiarazioni a Radio Anch’io Sport:

«È in corso un’interlocuzione politica. La violenza viene contrastata in maniera importante già in ambito federale. Abbiamo istituito tavoli con l’associazione calciatori e allenatore, ma è evidente che l’ordinamento sportivo fatica a contrastare questa deriva contro i direttori di gara. Stiamo pensando di sostenere un’interlocuzione politica, lo faremo con grande forza. Abbiamo ottenuto ascolto dal ministro Abodi, immaginiamo anche con un po’ presunzione di poter far entrare la figura del direttore di gara nel codice penale, all’articolo 583 quater comma 2 [per le lesioni gravi e gravissime commesse ai danni di medici e sanitari, il d.l. 34/2023 aggiunge, riformulando la medesima disposizione, un inasprimento delle pene per le lesioni personali semplici commesse ai danni delle medesime persone]. Non so se ci riusciremo, spero che il Governo abbia a cuore la sorte di arbitri come Diego Alfonzetti che abbiamo visto schierato al derby di Roma. Che poi ci si arrivi con la modifica del codice penale o attuando concretamente la legge 53 del 2019, a noi interessa poco. Noi vogliamo contrastare questa deriva contro gli arbitri. Ma nonostante squalifiche per 5 anni e cumulabili per 70-80 anni, certamente c’è qualcosa di più da dare a livello di sistema. L’arbitro viene vissuto come un terminale di colpevolezza, c’è una svalutazione della sua figura. Non è più possibile accettarlo. Approfitto per ringraziare Lazio, Roma e Lega Serie A che ieri sera ci hanno dato la grande possibilità di poter far arrivare la nostra voce a tutti gli sportivi».

Il presidente dell’Aia, cambiando argomento, ha parlato anche del Var a chiamata:

«La Federazione ha chiesto all’Ifab [International Football Association Board] di sperimentare il video supporto dalla prossima stagione in Serie C e nella divisione calcio femminile. Due chiamate, rigenerate ogni volta che la segnalazione sia giusta».

Il capo degli arbitri ammette: “c’è qualche problema con il Var, non possiamo negarlo”

“Non siamo soddisfatti”, dice Antonio Zappi. Il presidente dell’Associazione italiana arbitri è costretto ad ammettere che “qualche problema c’è stato” con la Var, “e non possiamo negarlo”. Dopo l’ennesimo weekend passato a discutere regole ottuse e interpretazione ancor più ottusa, il capo degli arbitri interviene dal Premio Nazionale Enzo Bearzot e però rimbalza in parte le accuse. La colpa è del benedetto “protocollo”. E mica lo fanno loro… la perfetta sintesi della burocrazia italiana.

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