FALLI DA DIETRO. A Bologna è il Napoli di quest’anno. Da scudetto nel primo tempo. Da retrocessione nella ripresa

FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le rubriche omonime nate successivamente sono imitazioni)
COMMENTO ALLA 31° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2024-25
Paga dazio l’Inter al Tardini e il Feroce Salentino è costretto al riarmo.
E corre a rispolverare cannoni e bombe riposte in cantina dopo Como.
Kit di sopravvivenza da 48 ore per il tifoso impaziente.
Torbato doc. Gragnano doc. Una moka. Caffè kimbo. Spaghetti. Pomodori del piennolo. Olio e sale.
Il dvd di Diego.
Il dvd de Gli Esami non finiscono mai (ci sto pure io).
Il dvd de La Gatta Cenerentola.
È il tie break offerto dalla sorte.
Vediamo.
Scuffet al posto di Meret influenzato. Jesus al posto di Buongiorno affaticato. Stellini al posto del Feroce Salentino squalificato.
Il Napoli è Zambo. Il suo gol è energia pura. Azzurri dominanti nel primo tempo.
Poi la ripresa.
Pressione Bologna, e Napoli costretto ad arretrare.
Dieci metri. Venti metri.
Si aspetta solo il gol rossoblu. Che, immancabile, arriva.
Ed è un gol capolavoro nella serata dei gol capolavoro.
Ma qui oltre a Dan Ndoye, scende in campo a dare una mano anche la Signora Fortuna in tacco 12.
Il Bologna straripa.
E il Napoli dei secondi tempi, al solito, affanna.
L’attenuante di giocare contro la squadra più in forma del campionato non consola nessuno.
Perché resta l’amaro della settima rimonta subita.
Tutto come prima.
Il Napoli resta secondo a tre punti dalla vetta.
E’ il Napoli di quest’anno.
Da scudetto nel primo tempo. Da retrocessione nella ripresa.
Vogliamo ancora sperare?
E speriamo.
E dire che Parma aveva riacceso i cuori.
Due volte vantaggio per l’Inter in 45 minuti.
Sia pur con la scia polemica del secondo gol di Thuram.
Viziatissimo da un tocco di gomito.
Tanto che Marcus in campo si porta la mano sulla bocca sorridendo e quasi vergognandosi.
E dalla tribuna anche papà Lilian smorfieggia infastidito.
Nella ripresa Chivu azzecca tutti e tre i cambi.
Ed è crollo nerazzurro.
Perché nei secondi tempi anche l’Inter crolla. Stremata.
Soffre l’assenza di Dumfries e soprattutto quella dell’Inzaghino squalificato, re riconosciuto e insostituibile della fascia.
Unico tecnico al mondo a cui si consente la costante invasione del campo.
Ma è l’Intermarotta, bellezza.
A San Siro stesso risultato, con identica successione di gol.
Stilnovisti in doppio vantaggio dopo soli 10 minuti.
Poi un turbinio di emozioni. In un’alluvione di occasioni sprecate.
E la rimonta Milan.
Che non cancella il caos.
Il Diavolo di Conceição resta una squadra senza volto.
Una squadra dagli imponenti mezzi tecnici, vanificati dalla disorganizzazione dentro e fuori dal campo.
Fra le migliori in Europa in attacco.
Fra le peggiori in Europa in difesa.
Addio sogni Champions.
La Coppa Italia, chissà…
Dea in decomposizione.
Svanito il sogno scudetto, ora, dopo la sberla casalinga contro gli Aquilotti c’è il rischio qualificazione Champions.
Fatto sta che nel 2025 l’Atalanta in casa non ha ancora vinto. E non segna da quattro partite.
Mai visto il gruppo così nervoso.
Ne è prova l’imbarazzante siparietto dei cambi.
Si scatena in finimondo a bordocampo tra Gasp, il suo vice Gritti e l’accompagnatore ufficiale Moioli.
Gasp urla «togli Ede» (Ederson). Ma è arrivato il messaggio «togli Ade» (Ademola, quindi Lookman).
Lite furibonda.
Succede nei giochi dei bambini. Esilarante.
Poi il nervosismo cresce e Gasp coglie al balzo l’occasione dello sfogo che non può trattenere.
L’immancabile show da stizzosa signora Coriandoli ai microfoni.
Tudor in 10 gg ha creato una squadra unita, che corre, gioca in avanti, sovrapposizioni, inserimenti, e soprattutto ogni giocatore al posto suo.
Insomma, Juve irriconoscibile rispetto alle ultime partite!
Il che dimostra una cosa.
Non è che i giocatori non seguivano più il Thiago.
Ma proprio lo odiavano.