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Ancelotti resuscita sempre, se c’è una cosa che sa fare è ridere per ultimo (El Paìs)

“L’ecosistema di questo sport arcaico non è ancora del tutto compreso dalla tecnologia. E il Real Madrid è signore delle sette vite e re dei gatti”

Ancelotti resuscita sempre, se c’è una cosa che sa fare è ridere per ultimo (El Paìs)
Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola (L) and Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti react at the start of the UEFA Champions League football match between Manchester City and Real Madrid at the Etihad Stadium in Manchester, north west England, on February 11, 2025. (Photo by Oli SCARFF / AFP)

Eh, ma il Santiago Bernabéu… vuoi mettere. Quello non è uno stadio qualunque, dove giocare un “ritorno” qualunque. Anche se sei l’Arsenal e stai avanti di 3 gol. Quello è lo stadio del Real Madrid, dove Carlo Ancelotti fa i miracoli. “E se c’è una cosa che Carlo Ancelotti sa fare, è ridere per ultimo”, scrive El Paìs con un editoriale di Rafa Cabeleira che suona come un avvertimento.

“La leggenda dello stadio bianco, ora grigio metallizzato per nobili ragioni che nulla hanno a che vedere con la sua storia, si diffonde appiccicosa nel mondo del calcio, e non c’è squadra al mondo che lo visiti senza provare un certo formicolio alla nuca, preludio nervoso a sconvolgimenti e attacchi d’ansia. Ciò che accade all’interno è un mistero perfino per i giocatori locali, come ha spiegato molto bene Carvajal: a volte loro non ci credono nemmeno, ma i loro avversari sì”.

E’ inutile scrive El Paìs, che snoccioliate i numeri del supercomputer di Opta. Cosa vuoi che ne sappia un computer di quella magia. “L’ecosistema di questo sport arcaico non è ancora del tutto compreso dalla tecnologia”. Chi avrebbe immaginato la doppietta su punizione di Declan Rice? L’Arsenal non segnava su punizione dal 2021 e il centrocampista inglese non ne aveva mai segnata una in carriera.

E poi, appunto, c’è Ancelotti: “I suoi superiori sono sempre stati sospettosi del suo modo di lavorare fin dai tempi in cui era alla guida del Milan, ancora vestito da calciatore, ma i suoi risultati spesso contraddicono le prime impressioni e al Madrid il cibo è sempre considerato molto più importante del cibo servito. Quella sconfitta contro il City di Guardiola, con Camavinga terzino sinistro, gli è valsa la diffidenza di un pubblico che non sempre apprezza il suo lavoro come merita, ma Ancelotti torna sempre, come il Madrid stesso, signore delle sette vite e re dei gatti“.

“Nelle grandi squadre capita spesso che si aspetti una sconfitta per cambiare le cose. Vincere, quando il cielo è diviso, può essere faticoso quasi quanto perdere, ed è per questo che una parte del Real Madrid sembra aver bisogno di una sonora sconfitta per rimettersi sulla strada, appunto, della vittoria”.

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