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Berrettini si racconta: «Dopo tanti infortuni, lavoro sulla prevenzione. La mia routine tra pollo, riso e notti insonni»

Alla Gazzetta: «In trasferta non sempre si trova la cucina che piace a me, quindi bisogna arrangiarsi. Ma smaltire il jet lag è forse la cosa più difficile».

Berrettini si racconta: «Dopo tanti infortuni, lavoro sulla prevenzione. La mia routine tra pollo, riso e notti insonni»
Italy's Matteo Berrettini reacts after winning the final match against France's Quentin Halys at the Swiss Open tennis tournament in Gstaad, on July 21, 2024. (Photo by GABRIEL MONNET / AFP)

In attesa di debuttare al Masters 1000 di Madrid, Matteo Berrettini ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Dalle sue qualità principali alla dieta e alla preparazione, passando per i peccati di gola che ogni tanto commette e a come ama trascorrere le vacanze: vi proponiamo un estratto delle sue dichiarazioni.

Le parole di Matteo Berrettini

«La mia altezza è una qualità importante in campo perché mi aiuta nel servizio, ho delle leve lunghe e quindi riesco a coprire meglio la rete, ha tanti vantaggi, la leva è più lunga e quindi riesco a tirare abbastanza forte, però per altre cose mi limita un po’, come nella mobilità, a livello di anche, schiena, faccio un pochino di fatica, quindi c’è un lavoro dietro le quinte con il mio preparatore, il mio fisioterapista per cercare di limitare tutti gli scompensi che vado a creare con uno sport che poi è soprattutto mono lato quasi, quindi non è semplicissimo, però credo che la mia altezza sia più una fortuna che una sfortuna», ha esordito il quasi 29enne romano.

La preparazione, si sa, come in tutti gli sport, è un passaggio fondamentale per gli atleti anche nel tennis. «Dopo i tanti infortuni agli addominali, adesso faccio tantissimo lavoro di prevenzione e non solo. Abbiamo cercato di capire perché e non è mai semplice, da una parte c’è il fatto che da più di vent’anni faccio questo sport e quindi il mio corpo comincia a essere anche un pochino stanco, poi però allo stesso tempo il lavoro di prevenzione non basta, bisogna allenarsi tanto, bisogna ripetere il gesto che si fa, quindi in quel caso il gesto che mi dava più fastidio era il servizio, quindi bisogna servire tanto, bisogna abituare il fisico a determinati sforzi. Quindi sì, un pochino è cambiato, però allo stesso tempo la forza è sicuramente una base importante per me», ha spiegato l’azzurro.

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La vita di un tennista è fatta di numerosi spostamenti nel corso dell’anno. A tal proposito, Berrettini ha rivelato: «Smaltire il jet lag è forse la cosa più difficile. Perché il corpo deve abituarsi non solo all’orario diverso, ma anche al clima diverso e tutto quello che ne consegue, quindi è molto complicato. Soprattutto i primi giorni cerco di non fare dei pisolini pomeridiani, ma di fare tutta una ‘tirata’ in modo che la notte arrivo e crollo. Però non è semplice, soprattutto i primi allenamenti quando magari da dove arrivo sono le 3 di mattina e chiedo al mio corpo di allenarmi, quella è una cosa molto complessa, però un pochino è abitudine e un pochino bisogna essere bravi e furbi con il team a schedulare gli allenamenti negli orari giusti».

E sull’alimentazione: «Durante le trasferte non è semplice perché non sempre si trova la cucina che piace a me, cioè la cucina italiana e la cucina healthy, quindi bisogna arrangiarsi, non è facile neanche seguire la dieta che ti lascia il nutrizionista. Generalmente quello che si fa è mangiare pollo e riso e un pochino di verdure, che sono la cosa più sicura soprattutto quando si va in posti dove non è facile trovare la cucina italiana, magari anche solo un piatto di pasta con burro e parmigiano».

Nella vita di un tennista è di fondamentale importanza anche il recupero tra una partita e l’altra: «Non è mai facile perché poi dipende da che ora si gioca il giorno precedente. La cosa più importante è dormire bene e tanto, che per me non è mai stato facilissimo, perché quando finisco le partite molto tardi ho l’adrenalina ancora in corpo, quindi è difficile andare a dormire, bisogna mangiare bene, reintegrare bene tutti i liquidi che hai perso, le proteine sono molto molto importanti e nel giorno di recupero, se fa molto caldo, cerco di non allenarmi in orari troppo caldi e di non sprecare energie anche fuori dal campo».

Berrettini – e lo si percepisce benissimo quando è in campo – ha affermato che in questo periodo sta diligentemente osservando un dieta. Ma quando possibile, ovviamente, non si sottrae alle tentazioni. «Come è giusto che sia, almeno nella mia filosofia, mi concedo un bell’hamburger… o meglio due…», ha ammesso Matteo. Che però, infine, ci ha tenuto a precisare: «Mi piace comunque sudare, allenarmi, mi piace andare in palestra. Vacanze? Se vado in un posto esotico magari faccio qualche nuotata. Insomma mi piace sudare e sentirmi attivo, è una cosa importante per me».

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