A Doppio Passo: «Dovevo andare a Madrid col presidente, ma mia figlia mi invitò alla sua laurea in Vermont. L’ho vista in un bar nel Vermont»

Al Podcast DoppioPasso sono stati ospiti Paolo Bonolis, grande tifoso interista, e suo figlio Davide. Il presentatore ha raccontato della sua avventura con Ronaldo il Fenomeno: «Ho giocato con lui».
«Tempo fa Giuseppe Bergomi mi telefona e mi dice “Paolo verresti a fare la telecronaca della partita che faccio a San Siro per l’addio al calcio?”. Ed io “Come la telecronaca?”, dice “sì vieni qui e la racconti insieme a non mi ricordo chi!. Gli risposi “No, se vengo io gioco!”. “Ma come giochi, giocano i giocatori dell’Inter attuale e di quelle passate”. Alla fine ho giocato, sono entrato in campo, non ho toccato un pallone e in squadra con me c’era Ronnie (Ronaldo, ndr) che ne ha prese tantissime e chiedeva “perché fate questo? Siamo qui per onorare Zio (Bergomi) che smette di giocare a calcio, mi fate male, io gioco domenica”. Io stavo col pallone in mano e aspettavo, quando Ronnie mi fa “Paolo dammi questa cazzo di palla”. Io ho messo palla a terra, quindi assist mio, lui ha preso il pallone a centrocampo, ne ha saltati 6 o 7, ha saltato il portiere e l’ha messa dentro. Poi è andato da Bergomi gli ha dato due schiaffati affettuosi e ha detto “gioca, gioca, io vado a fare la doccia”. Praticamente gli ha detto “Se vuoi giocare sul serio, la palla o te la vai a comprà o non la vedi mai”. Poi a cena mi fa: “Sai Paolo, certe volte capita che io so che c’è un difensore che picchia forte e allora io vado in campo e comincio subito che palle oggi giocare. Io ieri sera ho passato una serata birichina, non mi va di giocare, allora mi passano la palla e io sbaglio, mi ripassano la palla e io sbaglio, il difensore si allontana di un metro e io prendo il pallone e gli faccio il servizio”».
Continuando a parlare di Ronaldo: «È una persona che sorride sempre, nell’Inter attuale c’è Thuram che sorride, viva Dio. Dumfries sembra che gli hanno ammazzato il gatto due minuti prima, sempre arg. Poveraccio è la fisionomica sua che è così, però mi dicono che è simpatico».
Si passa a parlare di Balotelli e Paolo Bonolis racconta: «È un simpatico lo abbiamo conosciuto siamo andati in Brasile a vedere il Mondiale». Interviene il figlio Davide: «Anche prima, quando buttava le molliche di pane in testa a Cambiaso». Paolo: «Sono divertimenti tra ragazzi. un rompicoglioni mai visto». Poi prosegue racontando del Brasile: «Abbiamo incrociato tanti calciatori in albergo, c’erano Balo e Cassano, che accoppiata. Per come la vedo io Cassano può essere considerato uno dei tre migliori calciatori della storia del calcio italiano. Quando correva sembrava che stesse un centimetro sopra l’erba, un tocco di palla, una visione, un giocatore fantastico. Un’altra categoria, poi la capoccia lo ha portato a non ottenere dalle sue capacità quello che avrebbe potuto».
Infine il racconto della finale di Champions nell’anno del triplate: «È stata l’esperienza più brutale della mia vita. Stavo registrando una puntata di Ciao Darwin quando giocavamo la semifinale di ritorno contro il Barcellona. Sono sceso in studio, ho detto al pubblico “scusate che vi ho fatto venire così presto, io devo vedere la semifinale, la mettiamo sul maxischermo, se non la volete vedere andatevene a casa”. Perdiamo 1-0 ma andiamo in finale. Mentre scendo le scale il presidente mi chiama: “Paolo siamo in finale, vieni con me a Madrid, andiamo col mio aereo”. Dico “presidente è matematico che vengo”. Poi a notte fonda mentre dormo, suona il telefono, è mia figlia Martina, “Papà ho una bella notizia, mi sono laureata, vieni alla mia festa di laurea?”, “Ma certo che vengo, dov’è?”. “Qui nel Vermont”, “Quando?” e quando era?, il giorno della finale!”. Vado da mia figlia cercando prima tutte le possibilità di connessioni aeree anche costosissime di passare prima a Madrid e magari farmi paracadutare sul Vermont. Arrivo da mia figlia e chiedo in albergo dove potevo vedere la finale della Champions, mi rispondono “What?”, “Come what? La. finale della Champions Inter-Bayern Monaco”. Penso che era rincoglionito, sono andato nelle cucine e un messicano dice che c’era un bar dove la trasmettevano, ho chiamo un taxi, entro, digiuno, schermo meraviglioso..tutti nazi, erano solo tedeschi. Chi con la maglia del Bayern, chi con la maglia della Nazionale, io sembravo Nino Manfredi in Pane e cioccolata. Mi metto su sto tavolino, arriva il cameriere e ordino una cosa loro. Avete visto qualche film porno? Mi sono arrivati 4 cosi così (wurstel) che neanche John Holmes, con una parrucca di crauti e un boccale di un litro di birra. La tensione del match ha voluto che ingollassi tutto nel breve volgere di 20 minuti, quando ha segnato Diego io volevo dire gol, mi è uscito un suono orrendo figlio dei crauti e della birra. Si sono girati tutti e ho detto “Eccallà!”, invece sono stati bravi e hanno detto “Bravo italiano gol”».