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Causio ancora ce l’ha con Trapattoni: «A 30 anni per lui ero anziano, preferì Fanna e Marocchino»

Alla Gazzetta: «La Juve mi rivoleva, ma c’era ancora quel tecnico che non aveva avuto fiducia in me. Bearzot mi fece tornare in Nazionale»

Causio ancora ce l’ha con Trapattoni: «A 30 anni per lui ero anziano, preferì Fanna e Marocchino»
Db Torino 23/03/2011 - SLAncio di vita / Juventus-Torino / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giampiero Boniperti-Franco Causio

Causio ancora ce l’ha con Trapattoni: «A 30 anni per lui ero anziano, preferì Fanna e Marocchino».

La Gazzetta intervista Franco Causio, ala della Juventus anni Settanta, e poi dell’Udinese, e ovviamente anche della Nazionale. Bearzot lo portò al Mondiale 82 e gli fece giocare due minuti della finale vinta contro la Germania.

Piaceva all’avvocato Gianni Agnelli.
«Perché ero estroso, fantasioso. La mattina mi chiamava: «Causio, dormiva? L’ho svegliata?». Veniva a pranzo a Villar Perosa. Accanto a lui ho visto persone davvero molto importanti a livello internazionale. Un grande che non ti metteva mai in difficoltà».

Con una grande guida calcistica, Giampiero Boniperti.
«Era lui il vero capitano. Noi eravamo tutti al servizio della squadra e di un solo capo: lui».

E chi la dimentica la partita a scopone, con Zoff, Bearzot e appunto Pertini. Ha fatto il giro del mondo. Non ne potrà più pure lei…
«Macché. E’ un ricordo fantastico. Vincemmo pure lì. Io, con Bearzot, contro Zoff e Pertini. Quello resta il Mondiale per eccellenza per tanti italiani. Io, oltre alla partita in aereo, ho il ricordo di quando Bearzot mi mandò in campo a due minuti dalla fine in finale. La cosa più bella. Mi ha fatto tornare in Nazionale. Mi incitò quando scelsi l’Udinese nel 1981».

Perché alla Juve dopo 11 anni non c’era più posto. E con Giovanni Trapattoni non fu un idillio.
«Preferì Fanna e Marocchino. A 30 anni per lui ero anziano. Non sarei mai andato via dalla Juve. Accettai Udine; a Tarvisio in ritiro tiravo io il gruppo. Feci tre anni straordinari, riprendendomi l’azzurro. Giocando con Zico, stupendo».

Ha duellato con le stelle Platini e Maradona e vissuto Zico e Rummenigge. Chi il più grande?
«Diego, scontato, vinceva le partite da solo. Gli altri erano fuoriclasse, ma lui era unico».

C’è stato pure un anno all’Inter.
«Mi vollero e io da bambino amavo Jair, il brasiliano. Mi chiamavano così a Lecce. Ho coronato un sogno. La Juve mi rivoleva, ma c’era ancora quel tecnico che non aveva avuto fiducia in me».

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