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Conceiçao: «Non c’entro niente con le guerre interne al Milan. Parlo da allenatore»

In conferenza: « Sono in questa situazione, lotto per vincere e non per il nono posto. Leao? A livello di qualità è uno dei migliori ma deve trovare continuità»

Conceiçao: «Non c’entro niente con le guerre interne al Milan. Parlo da allenatore»
Mg Milano 02/03/2025 - campionato di calcio serie A / Milan-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Sergio Conceicao

Sergio Conceiçao, allenatore del Milan, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Inter, sfida valida per l’andata delle semifinali di Coppa Italia.

Conceiçao: «Lotto per vincere ed non per il nono posto»

Il suo terzo derby stagionale per Conceiçao:
«Sono state partite importanti per noi. I momenti sono diversi con giocatori differenti in campo. Vedremo di fare una buona partita, vediamo l’Inter cosa potrà fare; sono una squadra fortissima, con un allenatore da tanto tempo e un gioco solido. Ma noi vogliamo vincere».

Come stanno i giocatori?
«Il gruppo sta bene, Loftus-Cheek tornerà oggi a Milano. Sono tutti disponibili. Abbiamo ancora un allenamento domani. Oggi abbiamo fatto un lavoro differenziato per chi ha giocato di più a Napoli, poi lavoro tattico un po’ oggi e domani, senza intensità. Poi sta a me scegliere. Dopo la partita sono molto più bravo, perché so cosa fare. Domani presentiamo un undici titolare forte e chi è in panchina entra bene. Se potessi giocare con 26 titolari, lo farei, ma non è possibile».

Partita da ultima spiaggia?
«Abbiamo la consapevolezza che sia importante per l’Europa. Ma non pensiamo alle altre partite. Sappiamo che è la strada più corta per l’Europa».

Come sta Gimenez?
«Oggi ha segnato tanto in allenamento. Ci sono delle eccezioni, ma arrivare qui in Italia e incidere subito… Ci vuole un po’ di adattamento, è assolutamente normale. Noi vogliamo subito Santiago Gimenez che arriva e fa quattro cinque gol, poi c’è stato un calo ed è normale. L’aiuto più grande che gli posso dare – e a me in Italia le prime partite mi davano della pippa, poi ho segnato in finale – è lasciarlo tranquillo nel suo spazio».

Inter ha 20 punti sul Milan, ma non ha mai battuto il Milan: dove sta la verità?
«Sono tutte partite diverse. Il Milan non è abituato a questa classifica, ma ci sono ancora tante partite».

Joao Felix non sta rendendo…
«La stessa cosa di Santiago. Non sapevo del dialogo con Walker, ma sono cose normali fra i giocatori».

Quanto l’eventuale vittoria della Coppa Italia renderebbe soddisfatto Conceiçao?
«Non lo so. Soddisfatto sicuramente per un trofeo, ma prima va vinto con l’Inter e poi la finale. Questa è futurologia, mi piace vincere giorno per giorno. Ora non sono la persona più felice del mondo per tutto quello che ho vissuto in questi mesi. In pochi momenti sono felice, in molti più deluso. Bisogna migliorare. Ma non è facile per nessuno».

20 partite, 17 con gol subiti.
«L’equilibrio è di tutta la squadra, non solo della linea difensiva. MI piace avere la squadra compatta e corta; ne abbiamo parlato, ma se davanti non facciamo un pressing forte non ce la facciamo».

Si può essere allenatori da coppe? La risposta di Conceiçao:
«Ne ho vinte 9. Gli allenatori vincono o non vincono. Poi c’è il peso del titolo».

Leao non sembra così centrale nelle sue scelte…
«Non è che io ho conosciuto Rafa in Supercoppa. Io conosco tanti giocatori, non è che lo conosco solo per la Supercoppa, perché lo conoscevo già dal Portogallo. Dopo c’è tutta un’evoluzione che lui deve avere. Se lui gioca è intermittente, se dopo lui entra e fa la differenza doveva giocare dall’inizio. Anche io sono perplesso sulla gente che di calcio parla come parla. Lo devo dire. Rafa continuo con la stessa opinione: a livello di qualità è uno dei migliori al mondo. Dopo bisogna metterlo fuori ed avere la consistenza per arrivare a fine stagione con 25 gol e tanti assist. Se trova questa continuità sarà uno dei migliori al mondo. Deve trovare questa continuità. Non mi chiedete perché non gioca o non gioca. Sono scelte che noi facciamo perché noi vediamo qua tutti i giorni, ed è così, e noi sappiamo delle cose, gestione fisica, come è arrivato, come non è arrivato. Sono io a decidere, mi pagano per questo».

Sui momenti meno felici al Milan (come il battibecco tra Walker e Felix o le voci su Ibrahimovic, ndr)
«Non c’entro niente con queste guerre. Io parlo di allenatore. Io sono focalizzato a vincere titoli. Ne ho vinti alcuni, 13, allora è quello. Io sono in questa situazione, al nono posto, quando in Portogallo con squadre che lottavo per non retrocedere ero più sopra. Io sono un allenatore che ogni partita lotta per vincere ed arrivare a traguardi importanti, non per il nono posto».

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Questa partita in una stagione così deludente, può segnare la differenza?
«Noi possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno e vuoto. Se dobbiamo parlare vedete da quanti anni il Milan non vince da quanti anni due titoli. Certo, a livello di classifica è critica, in questo momento non è da Milan. La partita di domani è importante perché ci permette di avvicinarci ad una finale, ad un titolo».

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