Olivera centrale, con le fisiologiche differenze avrà più o meno gli stessi compiti che ha in nazionale con Bielsa

Conte cambia ancora: niente 4-3-3 e niente doppio play. Gioca Anguissa (Gazzetta)
Napoli-Torino, Conte se la gioca cercando sempre la soluzione migliore e la soluzione migliore secondo il tecnico leccese è l’addio al 4-3-3, probabile difesa a tre e Anguissa al posto di Gilmour.
Scrive la Gazzetta:
Sarà 4-4-2 con McTominay che si allarga in fascia o 3-5-2, con Politano più sacrificato in copertura e Spinazzola largo a sinistra? La verità potrebbe esser in mezzo, nel senso che il Napoli contro il Toro potrebbe essere un ibrido tra i due sistemi di gioco: 4-4-2 (o 4-2-4, fate voi) in fase offensiva e 3-5-2 in copertura, con Di Lorenzo e Olivera ai lati di Rrahmani. Così l’uruguaiano avrebbe più o meno gli stessi compiti che ha in nazionale, con punti di riferimento vagamente simili. Chiaro poi che ogni sistema ha la sua interpretazione, non sono i numeri a fare la differenza quanto l’atteggiamento tattico. E la lettura delle situazioni di gioco.
Rispetto a Monza, dunque, niente 4-3-3. E niente doppio play. Stavolta è Anguissa a vincere il ballottaggio con Gilmour in mediana: un altro incursore, per ripristinare la catena di destra titolare con Di Lorenzo e Politano, da dove il Napoli crea la maggior parte delle sue azioni da gol.
Lukaku è molto di più del cocco di Conte, come dicono le sue statistiche: 12 gol e 10 assist (Il Giornale)
Anche Il Giornale, ovviamente, si occupa del duello scudetto. Ne scrive con Gianni Visnadi:
Inzaghi re di coppe, Conte mago dei campionati. L’ha vinto anche in Inghilterra, col Chelsea. Non una vera volata come adesso, ma un lungo testa a testa col Tottenham, stroncato a 2 giornate dalla fine (+7 e tutti a casa).
La fatica di Inzaghi e dell’Inter, il lavoro di Conte e del Napoli, la gestione attenta degl’impegni, la capacità di programmare e di sfruttare le settimane senza partite. E tanti giocatori abituati a vincere. Due anni fa, lo scudetto di Spalletti. Qualcosa è cambiato, ma molto è rimasto, da Meret a Di Lorenzo, da Lobotka ad Anguissa: 6/7 titolari sono gli stessi e chi è arrivato non è certo inferiore a chi è partito, per esperienza e capacità, cominciando proprio da Big Rom Lukaku, presunto cocco di Conte, ma invece molto di più, come dicono le sue statistiche (12 gol e 10 assist, in 31 partite su 33). Lo scudetto sul filo dei punti, i dettagli faranno la differenza e 15 partite giocate in più (cui vanno sommate le due semifinali Champions col Barcellona) non sono… dettagli, anzi.
Lukaku, 12 gol e 12 vittorie del Napoli. Solo Retegui è stato più decisivo di lui (Gazzetta)
Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha superato Maradona nella classifica all-time dei marcatori in Serie A (82 reti). Lo scrive la Gazzetta con Vincenzo D’Angelo.
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