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Conte l’allenatore che imbruttisce due volte. Ora la situazione è più chiara anche a chi non vuol vedere

«In questi otto mesi a Napoli ho capito che tante cose non si possono fare» è una frase manifesto. La speranza è che rimanga ma il Napoli non finirebbe con lui

Conte l’allenatore che imbruttisce due volte. Ora la situazione è più chiara anche a chi non vuol vedere
Ni Napoli 26/06/2024 - presentazione nuovo allenatore Napoli / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis-Antonio Conte

Conte l’allenatore che imbruttisce due volte. Ora la situazione è più chiara anche a chi non vuol vedere

Deve farvi anche un disegnino? O è bastata la conferenza di oggi? A meno che non si abbiano gli occhi foderati di prosciutto, forse a questo punto qualche sul dubbio sul futuro sarà venuto anche ai negazionisti più oltranzisti.

Una conferenza in cui Antonio Conte, come si dice a Roma, ha imbruttito per due volte. La prima quando gli hanno ricordato del suo paragone di inizio tra la situazione che trovò al Chelsea (erano arrivati decimi senza di lui e con lui vinsero il campionato) e il suo Napoli. Come spesso gli capita (non sempre ma spesso), Conte è stato di una chiarezza adamantina: «È inevitabile che in questi otto mesi, in questo percorso mio a Napoli, tante cose non si possono fare. Avevo detto che il Napoli non era una squadra di passaggio e poi Kvaratskhelia se n’è andato. Non mi sento di confermare tutto quello che ho detto. Non vorrei passare per bugiardo, per qualcuno che dice delle cose poi disattese».

«In questi otto mesi, in questo percorso mio a Napoli, tante cose non si possono fare» è una di quelle frasi che potrebbero finire per direttissima in esergo sul Napolista.

Il secondo imbruttimento è un sequel. Meno esplicito ma più significativo. Perché a quel punto il giornalista di Repubblica giustamente gli ha chiesto conto della sua frase: “in otto mesi quali sono queste cose che ha capito a Napoli non si possono fare?”. Conte non ha risposto, ha mostrato evidente nervosismo, ha dichiarato di aver già risposto e ha detto «passiamo alla domanda successiva».

Ovviamente ha detto anche altro, ha tenuto il focus sulla partita contro il Monza. Giustamente ha ricordato Roma-Lecce 2-3 con il Lecce retrocesso che fece perdere lo scudetto alla lanciatissima Roma di Eriksson. Ma la conferenza è servita a far comprendere che i giornalisti non rimestano nel torbido, non alimentano il fuoco amico. Fanno i giornalisti. Tutto qua. Informano. Purtroppo le platee di tifosi vogliono ascoltare solo quel che piace a loro.

Va aggiunto che fin qui la società è rimasta silente. E probabilmente silente rimarrà (anche se domani De Laurentiis farà gli auguri di Pasqua a Radio Crc) fino alla fine della stagione o almeno fino alla fine della corsa scudetto. Poi, si aprirà un’altra fase. Noi ci auguriamo che Conte resti. E siamo tra quelli che riconoscono al tecnico tanti ma tanti meriti. Tantissimi. Confermiamo che a nostro avviso è il migliore al mondo per squadre e club finiti in sala rianimazione. Ma è doveroso anche ricordare che il Napoli di De Laurentiis è sopravvissuto (vivendo vite entusiasmanti) ad addii e separazioni tanto dolorosi da sembrare la fine del mondo.

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