Che sia scudetto o Champions, l’obiettivo di inizio stagione del Napoli sarà stato raggiunto. Il Napoli ha un problema di gestione della partita

Conte vuole attraccare in porto. Poi verrà il tempo delle riflessioni, delle valutazioni sul futuro (Corsera)
Della lotta scudetto e del futuro di Antonio Conte a Napoli scrive anche il Corriere della Sera con Monica Scozzafava:
«L’emergenza si affronta petto in fuori come abbiamo sempre fatto, non ci sono scuse. E dobbiamo essere bravi bravi». Serve il massimo per continuare a star lì e navigare in acque più o meno tranquille. La nave va attraccata in porto. Poi verrà il tempo delle riflessioni, delle valutazioni sul futuro. Che sia scudetto o Champions, l’obiettivo di inizio stagione del Napoli sarà stato raggiunto. Il sogno resta però ancora vivo, nonostante stavolta la squadra di Inzaghi abbia fatto la sua parte anche in campionato. «Finora siamo stati bravi, proviamo andare oltre le nostre possibilità». Meriti e limiti, Conte ha tutto molto chiaro.
Prosegue il Corriere della Sera:
Antonio sa perché la sua squadra è andata in riserva, e non è un problema di condizione fisica. Il Napoli non ha un problema di secondi tempi («se così fosse stato avremmo fatto zero punti con Inter, Atalanta, Juve, invece proprio nella ripresa abbiamo mostrato il volto migliore» dice Conte) ma di gestione della partita nella sua interezza. Chiamiamola maturità o anche personalità, Conte fa leva su questo aspetto, senza cercare alcun alibi su infortuni e defezioni degli ultimi mesi (si è fermato di nuovo Buongiorno che ne avrà almeno per due settimane).
McTominay: «Gli allenamenti di Conte sono molto duri ma non si ottiene nulla senza lavorare duramente»
Scott McTominay, centrocampista scozzese del Napoli, intervistato dalla Gazzetta dello Sport (a firma Vincenzo D’Angelo).
Napoli l’ha accolta come una star. Se lo aspettava?
«Assolutamente no. Quando sono sceso dall’aereo, mia madre che era dietro di me non aveva idea che i tifosi fossero così passionali e affettuosi, noi sapevamo del loro legame alla maglia, ma non potevamo credere ai nostri occhi. È un momento che ricorderò per il resto dei miei giorni».
Pensava di avere questo impatto sulla Serie A?
«Per me è differente, credo fermamente di poter dare molto di più di quello che ho dato finora. In alcune gare sono rimasto deluso perché avrei potuto fare più gol, non ho sfruttato appieno alcune occasioni. Posso crescere, fare un nuovo step e voglio dimostrarlo. L’importante è continuare a lavorare cercando di arrivare al mio livello massimo, fisico e mentale, per sfruttare tutte le mie potenzialità».
Ha mai visto un video di Conte giocatore?
McTominay: ««Sì, è molto simile a come è da allenatore. Ha una energia pazzesca, non è mai calmo o “lento”, ed è una cosa buona perché trasmette sempre molta carica. Per noi calciatori è molto importante perché anche in campo ci dà la forza di credere in noi stessi così tanto da poterci far fare qualsiasi cosa senza limiti. Dà molta sicurezza ai giocatori. Lo rispetto e lo ammiro, non solo sul campo e come coach ma anche per come conduce la sua vita: è impressionante, mai conosciuto persone simili a lui. È molto bravo, preciso e meticoloso. Anche a livello tattico, e credo che le persone all’esterno non realizzino veramente quanto lui sia eccezionale. Anche nella gestione della squadra, con gli obiettivi che ha. E la voglia di vincere sempre».
I suoi allenamenti sono così duri come dicono?
McTominay: «Molto duri, anche mentalmente. Ma nel calcio e nella vita non raggiungi nulla senza lavorare duramente, io provengo da una famiglia di lavoratori e per me il lavorare duro rappresenta la base dei miei valori. Non penso mai di non dare il mio massimo, voglio sempre essere al top. Ogni volta che vado in campo do tutto perché è così che sono stato educato. Ed è lo stesso modo in cui Conte conduce gli allenamenti o si approccia alle partite, e io lo condivido. A volte è complicato, ma devi mostrarti mentalmente in grado di gestire certi momenti. Lui tira fuori il meglio da tutti, non si vincono quattro campionati per caso. C’è una ragione dietro ai suoi successi, ha lavorato nel tempo molto bene anche come coach. Io voglio essere parte della sua storia e di quella del Napoli e spero di poter dimostrare la nostra forza anche nei prossimi anni».