I due si sono allenati insieme a Monte Carlo: «Penso che Jannik sia una persona davvero genuina e non merita i commenti d’odio che riceve».

Il tennista Jack Draper ha difeso il suo amico e collega Jannik Sinner in merito alla squalifica per doping, sostenendo che l’altoatesino non meriti commenti d’odio che ha ricevuto. I due si sono allenati insieme in questi giorni a Monte Carlo.
Draper: «Sinner è mancato al tennis in queste settimane, i commenti d’odio contro di lui sono ingiusti»
Le dichiarazioni del tennista britannico riportate dal Guardian:
«Penso che Jannik sia una persona davvero genuina. E per di più, è ovviamente un tennista incredibile. In questa situazione, sono sicuro che lui non ha fatto cose di proposito. Questo è solo il modo in cui va la vita. Penso sia importante per le persone sapere e riconoscere che Jannik è una persona molto gentile e un bravo ragazzo. Non merita l’odio che riceve».
Sull’allenamento congiunto:
«Stavo cercando qualcuno per allenarmi e sapevo che Jannik era disponibile, così mi sono organizzato con il suo team per allenarmi con lui. Gioca ancora a un livello incredibile. Non vedo l’ora che torni a gareggiare, perché penso che la sua presenza sia mancata. E’ stato bello stare con lui per alcuni giorni. Non abbiamo parlato tanto, ma in campo è sempre molto professionale. C’è una ragione per cui è il numero 1 al mondo. Non è cambiato affatto, forse era un po’ arrugginito su alcune cose, ma sta migliorando ogni giorno».
Il preparatore atletico: «È un decatleta, e usa le emozioni come fonte di energia»
Marco Panichi intervistato sul Corriere della Sera Gaia Piccardi:
“Dal giorno in cui abbiamo saputo dello stop, giocatore, team e management hanno avuto all’unisono lo stesso pensiero: sfruttare al meglio questo periodo. Sapevamo da subito di poter fare un bel lavoro, studiato e programmato, non diluito e spezzettato dai viaggi e dai tornei come al solito. Non è che eravamo contenti della sospensione di Jannik, è chiaro, però abbiamo studiato un modo attivo e propositivo di viverla. Abbiamo trasformato i micro-cicli di lavoro in macro-cicli, siamo scesi nel particolare e nel dettaglio, abbiamo dedicato tanto tempo all’acquisizione di dati su Jannik, applicando moduli di allenamento per metterlo nelle condizioni di fare un altro salto di qualità importante. Da Roma in poi, questo lavoro dovrà dare i suoi frutti”.