Repubblica. Il procuratore prova a rassicurarlo: «Mio fratello è stato con un nostro amico molto pesante, romano criminale, gli dirà di darsi una grossa calmata»

Repubblica con Giuliano Foschini ricostruisce il quadro criminale che ha coinvolti i calciatori di Serie A nel giro delle scommesse illegali. Il centro nevralgico della storia è Fagioli, tutto e tutti, più o meno si collegano a lui. L’ex Juventus era nei guai anche con la malavita romana.
Fagioli al centro di un “Romanzo Criminale”
Da Repubblica:
“C’è Nelly, l’esattore senza nome perché fa paura anche soltanto a pronunciarlo. «Fagioli, quanto è vero, lo giuro sui
miei bambini che mercoledì se non ho i miei soldi vengo a Torino e te faccio smettere di giocare». C’è Ludwig, l’amico trapper, che come ormai tradizione in queste inchieste di calcio e malavita, fa da tramite. E minaccia: «Non fare il furbo: c’ho gli screen che te giochi i falli laterali». C’è Marco Giordano, il figlio di Bruno, l’ex centravanti della Lazio, oggi procuratore, che si muove e prova a fare da intermediario. «Mio fratello è stato con un nostro amico che molto, molto pesante, parliamo proprio di romano criminale… e ora gli dirà di darsi una grossa calmata, quindi, perlomeno qui su Roma stai tranquillo, che tra mio cugino e questo amico, a Roma non si muove una foglia senza di loro».
E poi c’è lui, l’attore principale di questo romano criminale: Nicolò Fagioli che da malato di scommesse si trovato al
centro di questo triste spettacolo. In cui una banda di criminali ha trasformato un pezzo di serie A in una sala bingo: ritrovo di ludopatici, con tanto di butta dentro stipendiati a provvigione (vedi Fagioli, appunto) e allibratori senza scrupoli, pronti a prestare soldi a strozzo. Gli unici a vincere sempre“.
Il giro di scommesse clandestine a Roma
“Un altro pezzo della storia, per esempio, a Roma. Come documenta una lunga informativa del Servizio centrale
operativo della Polizia, confluita nell’inchiesta della procura di Torino (parte di quegli atti sono poi finiti proprio a Milano), un’importante centrale delle scommesse clandestine si trova proprio nella capitale. Giocano «calciatori e cantanti». A loro si era rivolto sempre il solito Fagioli. Accumulando un debito senza senso. «Il calciatore — scrive la Polizia — era esposto con l’organizzazione presso la quale effettuava le scommesse illegali per circa 2,8 milioni di euro». La cifra, evidentemente, fuori scala. Anche per un calciatore di serie A e della Nazionale. «Non la guadagno nemmeno in un anno», «so che questo il vostro lavoro ma mi dovete dare il tempo di rientrare» scriveva Fagioli in mesi che, a credere alle chat trovate nel suo telefono, per lui sono stati difficilissimi. «Ho l’ansia della partita, ma come faccio…» scriveva agli esattori romani che lo minacciavano fisicamente se non avesse pagato. Il suo problema principale si chiamava “Nelly”, criminale romano che la Polizia non riuscita a identificare con precisione. La scheda telefonica che utilizzava infatti intestata a un cingalese sessantenne.
All’inizio sembra andare tutto liscio. Poi invece i toni cambiano. «Hai rotto il cazzo». «Ma pensi che ce possiamo fare prendere per il culo da te?». Fagioli ha un fido da un milione. E non rientra. I romani vanno da Ludwig. Che si preoccupa. Fagioli manda un messaggio per dire che «Ludovico (vero nome del trapper) non centra nulla. Voi fate il vostro lavoro. Io rientrerò». Ma quelli vogliono i soldi. E i soldi non arrivano. Ludwig minaccia Fagioli facendo riferimento a screenshot nei quali Fagioli ammetterebbe di giocare sui «falli laterali» con un altro nickname. La procura non li ha mai trovati altrimenti la squalifica sportiva non sarebbe stata di soli 7 mesi“.