Ventiquattro ore prima non si era registrata nessuna sensibilità per il rito pasquale, squadre in campo come non accadeva dal 1978, la resurrezione del business, il trionfo del Dio denaro sull’altro essere supremo.

Tony Damascelli su Il Giornale scrive oggi contro la strana decisione di Coni, Federazione e Lega di sospendere il calcio nella giornata di ieri per la morte di Papa Francesco
“nessun riguardo per i tifosi in trasferta, viaggiatori a pagamento, fonte di vera fede calcistica e di introiti per i club, tutto rimandato a domani, nel cordoglio per il capo della Chiesa. Strano, perché ventiquattro ore prima non si era registrata nessuna sensibilità per il rito pasquale, squadre in campo come non accadeva dal 1978, la resurrezione del business, lo spot meglio dello sport, il trionfo del Dio denaro sull’altro essere supremo”.
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Damascelli pensa che per onorare il Papa la scelta poteva essere diversa
“Ieri il calcio italiano avrebbe potuto onorare e commemorare un grande tifoso, con il minuto di silenzio stavolta più vero e caldo, non più interrotto dal latrare del solito idiota, poi con un messaggio letto dagli otto capitani e dagli arbitri per ribadire il senso di rispetto e di dolore, la fascia nera al braccio, simbolo in ogni parte del mondo sportivo, in fine le partite, dovunque, comunque, come da calendario, non punendo i tifosi”.