“In questo modo sobilla una tifoseria che sta smettendo di sentirsi il popolo eletto e si sta adattando al ruolo di popolo perseguitato”

Prima sottolineatura: la conferenza stampa con lacrime dell’arbitro della finale di Coppa del Re tra Real Madrid e Barcellona è stata “un atto sconsiderato che non avrebbe potuto essere più inopportuno e che non ha fatto altro che confermare la mancanza di direzione della Cta (il Comitato Tecnico Arbitrale, l’organo che governa gli arbitri della Liga, ndr)”. Lo scrive Alfredo Relano, decano del giornalismo spagnolo su El Paìs. La seconda è che Florentino Perez “ne ha approfittato”, ovviamente.
“Ne ha approfittato per organizzare un’altra di quelle esibizioni esagerate con cui, credo, cerca di accontentare di tanto in tanto la parte più radicale della sua tifoseria, per compensare la sua complice indulgenza negli affari del Barcellona, che aiuta persino a trovare leve più o meno fantasma. L’avversario naturale del club è ormai l’unica cosa nel mondo del calcio che Florentino guarda con simpatia, avendo invertito il ruolo storico del Real Madrid, da sempre pilastro del sistema, in un’anti-organizzazione che attacca istituzioni e competizioni con la furia iconoclasta con cui El Cojo Manteca fracassava i lampioni”.
Relano non può certamente essere accusato di avere cuore blaugrana, anzi è sempre stato esplicitamente vicino al Real. La sua critica al presidente blanco è pesante. “Florentino dipende molto dai sondaggi e senza dubbio si imbatterà spesso nello sconcerto dei soci per l’inazione del club di fronte agli eccessi del Barça e persino per il suo persistente sostegno a Laporta per portare avanti il suo progetto. Così ogni tanto si trucca di pittura da guerra, invocando cause come il calendario, Tebe, la nuova Champions League, gli arbitri… In questo modo alimenta e trasforma una tifoseria del Real Madrid che, insensibilmente, sta smettendo di sentirsi il popolo eletto e si sta adattando al ruolo di un popolo perseguitato”.
“Lo stato di irritazione permanente non serve a niente – continua Relano – In poche settimane, abbiamo visto un uomo calmo come Ancelotti minacciare di non schierare la squadra se gli avessero concesso altre due partite in meno di 72 ore (e ha dovuto fare immediatamente marcia indietro), Camavinga prendere un cartellino rosso ridicolo per aver spostato la palla alla fine della partita contro l’Arsenal e saltare la partita di ritorno, Mbappé fare un fallo orribile su Antonio Blanco a Vitoria… Segnali di comportamento inappropriato da parte di membri della squadra solitamente non inclini alla rissa. E in generale, che lo si apprezzi o no, il Madrid sta iniziando a essere percepito come un club anti-establishment, che protesta contro tutto ciò che non siano i privilegi di cui gode il Barça. Non è mai stato così prima”.