Il noto portale: “Haas Automation ha esplicitamente chiesto al governo di rivedere alcune decisioni in merito alle tariffe doganali e cercare di evitare possibili nefaste conseguenze per l’impresa”. Il team di Formula 1 minimizza, ma sicuramente non dorme sonni tranquilli

Come noto, gran parte del mondo è costretta a fronteggiare la nuova politica economica imposta dall’amministrazione Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha imposto dazi a percentuali altissimi, che hanno già iniziato ad avere un impatto nella produzione sia interna che esterna ai confini americani. Anche la Formula 1 potrebbe presto risentirne, come raccontano i colleghi di Motorsport.com:
“Nelle ultime ore, Haas Automation ha pubblicato un comunicato stampa in cui ha reso noto di dover far fronte a una riduzione molto significativa della richiesta dei propri macchinari sia da parte di clienti statunitensi che esteri. Tutto questo a causa dei dazi imposti dal governo Trump, che ha inoltre costretto il colosso statunitense a diminuire la produzione nello stabilimento di Oxnard, California, che porterà a un’inevitabile perdita di denaro”.
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Haas, 5 miliardi di dollari di perdite all’orizzonte
Gli scenari delineati da Haas sono a dir poco catastrofici. “Si parla di 5 miliardi di dollari di perdite qualora i dazi sulle macchine utensili da alcuni paesi fossero ridotti senza una corrispondente riduzione delle aliquote tariffarie per le materie prime e i componenti importati negli Stati Uniti. Questo potrebbe mettere in pericolo i 1700 lavoratori che operano nella fabbrica di Oxnard. Per questo Haas Automation ha esplicitamente chiesto al governo di rivedere alcune decisioni in merito alle tariffe doganali e cercare di evitare possibili nefaste conseguenze per l’impresa”, si legge sul noto portale.
Nelle ultime ore, il versante di Haas impegnato in Formula 1 ha minimizzato sostenendo che “non ci sono cambiamenti nel nostro piano di sviluppo, nel processo di reclutamento e in altri progetti”. Ma chiaramente il dubbio resta. Il team americano è sempre stato uno dei più deboli economicamente parlando, oltre che uno dei più lenti in pista: la politica di Trump potrebbe rivelarsi fatale per la Scuderia? Staremo a vedere. Certo è che a Banbury – sede del team guidato da Ayao Komatsu – non si dormono sonni tranquilli.