Il Telegraph elogia il lavoro dell’allenatore. Un maniaco della disciplina, che ha sconfitto la logica dei gioielli e “ha fatto fiorire Kvaratskhelia”

Già dal primo giorno, i giocatori del Paris Saint-Germain non avevano dubbi su Luis Enrique, scrive il Telegraph. A ognuno – Neymar e Mbappé compresi – fu detto che avrebbero dovuto firmare un foglio di carta per dichiarare la presenza all’allenamento. Non c’erano scuse, né eccezioni. Anche i giocatori infortunati erano tenuti a essere presenti. E se eri in forma e non firmavi personalmente il foglio, non giocavi. Era il luglio 2023. Neymar se ne sarebbe andato entro la fine del mercato estivo. Mbappé se ne sarebbe andato a parametro zero un anno dopo. Prima dell’arrivo di Enrique era già stato annunciato l’addio di Messi, seguito da Sergio Ramos e Verratti.
Ora si può dire che il Psg è la vera grande squadra a immagine e somiglianza di Luis Enrique. Glielo riconoscono tutti, a maggior ragione il Telegraph. Che sentenzia: ha chiuso l’era dei “monili vistosi”. I gioielli inutili.
La parola chiave del nuovo corso è “disciplina”. Che “si applica anche a Enrique. È ossessionato dall’alimentazione e dalla forma fisica: ha completato le sfide Iron Man e ha corso la Maratona delle Sabbie, lunga 250 km, attraverso il deserto del Sahara. È noto per aver saltato le riunioni con il suo staff tecnico al Psg per poter fare flessioni e squat dopo essere stato avvisato dall’orologio di non aver eseguito alcun movimento per 30 minuti”.
Come Erling Haaland, Enrique è un devoto dell'”earthing” e cammina a piedi nudi sui campi di allenamento del Psg, convinto che lo aiuti a entrare in contatto con la natura e a prevenire le allergie. Come Al-Khelaifi, è un grande appassionato di padel.
Al suo arrivo, Enrique non parlava francese, ma era così attento a far arrivare i suoi messaggi che, invece di usare semplicemente un traduttore, si registrò mentre parlava a ciascuno dei suoi giocatori durante le sessioni di allenamento e si assicurò che ogni istruzione fosse tradotta accuratamente in seguito. L’audio veniva poi restituito ai giocatori.
“Fondamentali sono stati anche il coaching individuale e le ore di analisi video, durante il quale ha lavorato personalmente con Vitinha, Willian Pacho, João Neves, Bradley Barcola, Désiré Doué e Ousmane Dembélé”, continua il Telegraph.
“La strategia post-Mbappé è stata chiara. Il Psg ha investito ancora di più sui giovani”. “Enrique ha abbracciato il Psg. Partecipa agli eventi dello staff, non si concentra solo sulla prima squadra, e ha accolto con favore l’introduzione da parte del club di un bonus collettivo per i successi che non si applica solo ai giocatori”.
“Ha plasmato una squadra a sua immagine: una squadra che lavora sodo, con disciplina, ma che permette anche al talento di fiorire. Basta guardare i suoi esterni, Doué e Kvaratskhelia”.