Certo dopo aver giocato in mimetica m’aggia sta sule zitto. Ieri sera mi sono fatto coraggio e sono andato in curva, sono andato in Curva A

Le penultime lettere di Mario Rui n. 4
Caro Eljif,
come stai? Ti ho visto bene, stai giocando bene – certo ieri sera un poco meno, ma ci sta, il Napoli era attento e determinato – mi pare che a Torino tu abbia trovato una buona dimensione. Nei giorni prima della partita ho pensato a come sarebbe stato vederti da vicino in granata. L’azzurro ti stava benissimo, come a tutti noi, è come il blu, lo metti su tutto. Dalle immagini, guardando ammirato i bei gol che hai fatto, amico mio, mi è parso che anche il granata ti donasse e forse un poco ti dona anche Torino che è una bella città. Volevo vederti in granata da vicino e magari sfotterti un poco, e invece vi siete presentati con quella maglia strana, mezza rosa, sembravate la squadra della Gazzetta. Ma mi fermo qui, non posso permettermi di sfottere nessuno per il colore delle maglie, tu lo sai bene. Dopo aver giocato in mimetica m’aggia sta sule zitto. Hai visto? Parlo in dialetto un poco meglio, mi ripeto le frasi che ci dicevamo al bar di Salvatore. A proposito, mi ha chiesto di te, dice che, se non partissi subito per Torino, gli piacerebbe vederti. Salvatore è così, ci vorrebbe sempre tutti là. La mattina appena si alza manda un whatsapp a Callejon, prima a Callejon e poi ai figli, dimmi tu.
Il fatto è che il Napoli è peggio di una religione, lo abbiamo capito pure noi, no? Ti entra dentro per sempre e non potrai mai smettere di tifare questa squadra, e anche da lontano di mandarle un pensiero. Ieri sera mi sono fatto coraggio e sono andato in curva, sono andato nella A, ma mi sono già promesso che alla prossima vado nella B, non faccio distinzioni. Amico mio, è stato bellissimo, ma sai che è meglio saltare in curva che mettersi a fare avanti e indietro sulla fascia? Di certo è più divertente, vabbè esagero, avrei voluto essere in campo. I tifosi mi hanno riconosciuto, ci siamo fatti un po’ di foto, ci siamo abbracciati e poi quando hanno visto che mi sono messo a cantare e a saltare con loro si sono scordati del calciatore e mi hanno accolto nella famiglia ultras. Che meraviglia. La Madonna di Fatima mi ha sorriso dall’alto e ha sorriso sopra al Maradona, ha soffiato il suo alito benevolo sui capelli di Zambo, nei polpacci di Lobo, nei calzettoni di Mati, nei piedi di Scott. Scusa, ma hai visto che giocatore è questo? Una roba da impazzire è dappertutto, a occhio e croce, ieri sera avrà percorso un 13 chilometri. Altri due gol, lo si è visto in qualsiasi parte del campo, anticipava in difesa, anche quell’intervento nell’ultima parte di gara. Incredibile. Un bambino mi si è avvicinato e mi ha fatto: «Mario, senti, ma ti piace come gioca Scotty?», gli ho sorriso, mi sono abbassato verso di lui e gli ho detto che è il giocatore più forte di questo campionato. Suo padre ha fatto cenno di sì con la testa.
Tra il primo e il secondo tempo, mentre eravate negli spogliatoi, sai chi mi ha scritto? Pasquale, il figlio di Luigi della tabaccheria a Materdei, è un’ossessione, ma scrive ancora pure a te, o lo hai bloccato? Se ne esce con: «Mario, addò staje? In curva? Nei distinti? Mo’ ti faccio vedere come nel secondo tempo ci facciamo recuperare i due gol dal Torino». Non gli ho nemmeno risposto a ‘sta seccia, a questo uccello del malaugurio. Ieri, hai visto quante belle combinazioni sulla sinistra tra Spina e Mati, quanta nostalgia. Hanno fatto una grande partita tutti e due, Spina sembra ringiovanito, gioca quasi come agli Europei del 2021, che ne dici? Incredibile il campionato del Napoli, così diverso da quello che abbiamo vinto noi, ma fin qui altrettanto emozionante. Mi ha telefonato Dries, dice quando andiamo a trovarlo a Istanbul. Dries, ci organizziamo più avanti. Mi sto preparando a un fine settimana in Salento anche con la famiglia, così almeno non sembra che io vada solo per la partita. Via del mare, il nome di stadio più bello del mondo. Lo so che vorresti venire, ma tu devi giocare uagliò, ma ci vediamo presto. Ti abbraccio frate’.
Tuo Mario