ilNapolista

Maccarani e la miocardite di Agnese Duranti: «Non fa niente se i battiti sono alti» (Repubblica)

La testimonianza di un’ex ginnasta sull’atleta bronzo olimpico, alla quale il medico aveva consigliato di non sollecitare il cuore oltre un certo numero di pulsazioni.

Maccarani e la miocardite di Agnese Duranti: «Non fa niente se i battiti sono alti» (Repubblica)
Gc Milano 17/04/2012 - conferenza stampa Sky 'Meno 100 giorni alle Olimpiadi' / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Emanuela Maccarani-Romina Laurito-Andreea Stefanescu-Angelica-Saurayuk-Marta Pagnini-Elisa Santoni

Nuove intercettazioni sul caso riguardante l’allenatrice di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani. Stavolta riguardano il bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024 Agnese Duranti.

Maccarani e la miocardite di Agnese Duranti: «Non fa niente se i battiti sono alti»

Come riportato da Repubblica:

L’episodio si riferisce ad Agnese Duranti, bronzo olimpico la scorsa estate a Parigi, fedelissima di Maccarani. Duranti si era dovuta fermare per una miocardite. Al rientro, aveva avuto l’idoneità dal Coni, ma si allenava con un braccialetto che misurava il battito trasmettendo i dati ad un’app del telefono. Il medico le aveva consigliato di non sollecitare il cuore oltre un certo numero di pulsazioni. Ma Maccarani non sembrava particolarmente interessata, secondo il racconto di un’ex ginnasta: «Le dicevo “Manu è sopra”», parlando dei battiti oltre il limite. E lei: «Eeh fa niente! Basta guardare sto cellulare, basta, basta!», parole raccolte in una conversazione con l’assistente Olga Tishina, che confermava. Maccarani voleva che gareggiasse, ma Duranti non si reggeva in piedi. 

CorSera: «L’ex coach della Raffaeli la lasciava in mutande se sbagliava un esercizio»

La rilettura delle intercettazioni commissionate dalla Procura di Monza ai Carabinieri sul «caso Maccarani», effettuate negli ultimi mesi del 2022, apre infatti nuovi fronti di dissidio, mette sotto accusa altri tecnici e dirigenti rendendo più difficile far ripartire l’attività in un clima sereno. Uno dei nuovi elementi più critici è quello dei rapporti tra l’Accademia di Desio, governata in modo autoritario da Emanuela Maccarani, e quella che veniva ritenuta un’oasi felice, la palestra di Fabriano dove cresceva la stella più luminosa della ritmica azzurra, Sofia Raffaeli, allenata (all’epoca) da Julieta Cantaluppi. In una conversazione del 27 novembre con la collega Nesvetova, la coach Olga Tishina, assistente di Maccarani a Desio, spiega che a Fabriano si sarebbero verificati comportamenti ben più gravi: «veri e proprio maltrattamenti». «Quando (Cantaluppi) faceva fare a Raffaelli e Serena Ottaviani (l’esercizio di) lanciarsi il cerchio… quando non riuscivano a fare il lancio, dovevano togliersi una parte dei vestiti. E alla fine sono rimaste in mutande — spiegava Tishina alla collega, senza precisare le fonti —, e quando… quando le chiudeva in uno stanzino piccolo, freddo, senza telefoni, senza nulla, perché si allenavano male, lei le metteva in punizione, stavano sedute per terra…».

ilnapolista © riproduzione riservata