La testimonianza in tribunale: «Dormiva in una stanza dei giochi con le finestre chiuse, una porta che non arrivava al pavimento. Gli effetti personali in magazzino sparirono dopo la sua morte».

L’ex moglie di Diego Armando Maradona, Veronica Ojeda, è stata interrogata come una dei testimoni per la morte del Pibe presso il tribunale penale di San Isidro.
«Maradona derubato e “rapito” dall’entourage, mi chiese aiuto»
La donna ha accusato anche l’avvocato Matias Morla parlando di un incontro con Maradona durante la pandemia. Le dichiarazioni riportate dal Corriere dello Sport:
«Diego mi disse che l’entourage lo stava derubando. Lo avevano praticamente rapito. Mi suggerì di parlare con il commercialista. Aveva paura, mi chiedeva aiuto. Mi disse di portarlo a La Plata dove aveva una casa. Ci andammo. Giocando con nostro figlio, si riprese. Stava meglio».
Poi il discorso è andato all’intervento alla testa e il ricovero di Maradona:
«Quando lo vidi sul letto, gonfio, con la schiuma alla bocca, sono svenuta. Fu Luque [medico, ndr] ad assicurarci che in casa avrebbe avuto le stesse cure dell’ospedale. Ma Diego dormiva in una stanza dei giochi con le finestre chiuse, una porta che non arrivava al pavimento, in stanza una sedia con un water, come quella dei neonati».
La Ojeda ha visto il marito l’ultima volta due giorni prima che morisse:
«Gli dissi di farsi una doccia, puzzava, non era nelle condizioni giuste per vedere nostro figlio. Era sfigurato, le mani gonfie, il ventre gonfio. Nella stanza era forte l’odore di urina, feci e tutto il resto».
Infine, la donna ha fatto riferimento agli effetti personali scomparsi dopo il decesso:
«Diego mi aveva parlato di un magazzino dove erano conservati. Non gli ho creduto, pensavo fossero a Dubai. Invece erano lì e dopo la morte trovai solo scatole vuote».