L’ex difensore del Barca di Messi lavora in un negozio di articoli sportivi come una persona “normale”. “Sempre meglio che pontificare dalla sedia di uno streamer”, scrive il Paìs

Un giorno, un giornale pubblicò una foto di Jeremy Mathieu che tirava fuori delle monete dalla tasca e comprava un pacchetto di Marlboro in una stazione di servizio. Non solo fumava, ma il ragazzo non aveva problemi ad andare personalmente alla macchinetta per prendere il tabacco, manco fosse una persona “normale”. Dieci anni dopo, una Champions League vinta e quasi nessuna notizia del difensore – scrive El Paìs – un’altra foto, quasi altrettanto insolita per un calciatore d’élite, ha fatto il giro del mondo: Mathieu al lavoro. Cose da pazzi.
Mathieu ha giocato con Messi, al Barcellona guadagnava 5,81 milioni lordi a stagione. Allo Sporting, il suo ultimo club, circa due milioni. E ora fa il commesso in un negozio di articoli sportivi. Il fatto che questa cosa – ex calciatore ricco sgamato a lavorare umilmente – è diventata “virale” dice tantissimo del mondo che abitiamo.
“È vero che un tempo era consuetudine per i calciatori trovare un lavoro dopo la carriera – scrive il giornale spagnolo – Charlie Reixach aveva un fantastico negozio in Calle Calvet a Barcellona, dove trascorreva un’ora e mezza e poi se ne andava con i suoi amici, raccontava. Mathieu, tuttavia, non è il proprietario del negozio. Lavora nel reparto calcio di una catena Intersport alla periferia di Marsiglia, dove a quanto pare cerca le taglie e consiglia i clienti sull’abbigliamento ideale. Quando la notizia è stata diffusa, molti tifosi hanno lasciato le loro case pronti a confrontare i loro ricordi con il presente. Parte di quell’interesse era cercare di rappresentare il mito, andare a caccia del selfie. L’altro, sicuramente, è consolarsi pensando che la vita di un calciatore può essere fragile quanto la sua. Passi dalla vittoria della Champions League con il Barcellona all’indossare una canottiera blu con il tuo nome sul petto: Jérémy. La vita dopo il football è un segreto: andare in pensione a trent’anni ed essere costretti a fare qualcosa che vada oltre il semplice concedersi i piaceri che la rigida dieta sportiva ha limitato. A Mathieu, un difensore che non potrebbe essere più felice di giocare come difensore centrale o terzino, non potrebbe importare di meno. Non gli è mai importato riconvertirsi”.
Il mondo del lavoro è terribile. E Mathieu, dicono le persone a lui vicine, non avrebbe bisogno di lavorare. Sta conseguendo il patentino da allenatore. “E lavorare potrebbe essere certo meglio piuttosto che ascoltare un podcast di interviste con ex colleghi o pontificare dalla sedia di uno streamer”.