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Mbappé contro il Qatar, quando un calciatore è ormai potente come uno Stato (New York Times)

Il contenzioso legale con il Psg ha ormai dimensioni inedite. Ma per il Nyt “dimostra come il ricorso alle relazioni personali sia ancora dominante nel mondo del calcio”

Mbappé contro il Qatar, quando un calciatore è ormai potente come uno Stato (New York Times)
(FILES) Paris Saint-Germain's CEO Nasser Al-Khelaifi (L) and French forward Kylian Mbappe (R) give a press conference at the Parc des Princes stadium in Paris on May 23, 2022, two days after the club won the Ligue 1 title for a record-equalling tenth time and its superstar striker Mbappe chose to sign a new contract at PSG rather than join Real Madrid. French champions Paris Saint-Germain have left Kylian Mbappe out of their squad for a pre-season tour of Japan, casting further doubt on the star striker's future. Mbappe declared in May 2023 that he would not extend his PSG contract, which expires next year, but indicated he wanted to remain at the club for a final season. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Kylian Mbappé contro il Qatar. La dura controversia legale tra l’attaccante del Real Madrid e il Psg ha ormai preso proporzioni inedite per il mondo del calcio. Il New York Times scrive che “la disputa offre un raro sguardo pubblico sul mercato globale dei talenti calcistici, mettendo a confronto uno degli atleti più importanti e influenti al mondo con un piccolo ma potente e ricco di risorse paese del Golfo Persico“.

Lo stato dell’arte: un calciatore ha la forza di combattere contro uno Stato sovrano, peraltro ricchissimo.

Ieri, “in un’insolita conferenza stampa a Parigi, gli avvocati di Mbappé hanno dichiarato di aver intensificato l’azione legale, presentando denunce in diverse sedi. Hanno chiesto al tribunale di congelare parzialmente i conti bancari del Psg per il denaro che il loro cliente ritiene di avere diritto a ricevere e hanno presentato una petizione alla federazione calcistica francese affinché impedisca alla squadra di partecipare alla massima serie della Champions League”.

Il Paris Saint-Germain ha respinto le affermazioni definendole “l’ultimo universo parallelo di fantasiose narrazioni”. Il club ha criticato la conferenza stampa, accusando Mbappé di aver rifiutato “una soluzione amichevole” e di essersi rifiutato di portare il caso al tribunale del lavoro. Uno degli avvocati di Mbappé ha replicato che casi simili richiedono in genere anni per essere risolti.

Gli avvocati di Mbappé l’hanno fatta enorme: dicono che sta attaccando il Paris Saint-Germain non solo per tornaconto personale, ma anche per aiutare giocatori meno noti che potrebbero trovarsi nella stessa situazione. La sua battaglia, hanno aggiunto apparentemente senza ironia, è persino a nome del popolo francese, che, a loro dire, avrebbe beneficiato di decine di milioni di euro di tasse che lui e il club avrebbero pagato se la controversia si fosse risolta a suo favore”.

“La vicenda – commenta il Nyt – sottolinea anche come il ricorso alle relazioni personali sia ancora dominante nel mondo del calcio. Secondo i documenti esaminati dal New York Times, Mbappé e i suoi consiglieri avevano entrambi parlato e messo per iscritto l’intenzione di approvare un emendamento. Ma alla fine, niente è stato firmato”.

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