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McTominay uno scozzese napoletano. Napoli incerottato e sognante (il dio degli infortuni sia clemente)

2-0 al Torino. Più tre sull’Inter. Si fanno male Buongiorno e Anguissa. Miracolo o no, solo Conte ha reso possibile tutto questo. De Laurentiis ha avuto la forza economica di prendere il migliore

McTominay uno scozzese napoletano. Napoli incerottato e sognante (il dio degli infortuni sia clemente)
Napoli's Scottish midfielder #08 Scott McTominay gestures during the Italian Serie A football match SSC Napoli against Torinoi FC at the Diego Armando Maradona Stadium, in Naples on April 27, 2025. (Photo by CARLO HERMANN / AFP)

McTominay uno scozzese napoletano. Da Felice Sciosciammocca a Scott McTominay. C’è il suo doppio timbro sulla vittoria del Napoli sul Torino (2-0) nel giorno in cui l’Inter perde contro la Roma. Il Napoli si è messo sul divano domenica scorsa dopo aver battuto a fatica il Monza, a meno tre dall’Inter, e si è rialzato oggi pomeriggio con la possibilità di portarsi a più tre. E così è stato: Napoli 74, Inter 71. Ma mancano ancora quattro giornate. Tutto può ancora succedere. È un campionato diverso, in cui tutti giocano ogni partita alla morte. Senza dimenticare che nel Napoli l’ecatombe degli infortuni non si placa: oggi si sono fatti male Anguissa e Buongiorno, non proprio due gregari. Conte forza il ritorno di Buongiorno per l’indisponibilità di Raspadori. Un rischio pagato a caro prezzo: il difensore centrale esce nella ripresa toccandosi l’interno coscia. Potrebbe essere un infortunio muscolare. È un Napoli modello Enrico Toti. Va avanti ed è primo nonostante tutto e tutti.

Non è facile giocare per andare da soli in testa. Poteva essere la classica serata da braccino. Il Napoli invece gioca senza lasciarsi prendere dall’ansia, dall’assillo di vincere. Giusto un po’ di paura all’inizio del secondo tempo. Ha la pazienza e la bravura, secondo alcuni anche la buona sorte, di segnare nei pochi veri affondi portati. E a segnare è sempre lui, Scott McTominay il miglior acquisto della Serie A. Trenta milioni spesi benissimo, per un signor calciatore che solo l’inettitudine dei dirigenti del Manchester United ha reso possibile.

Conte deve fronteggiare l’emergenza dell’emergenza. Fuori Neres (Kvara ormai non lo citiamo neanche più), si ritrova con Raspadori febbricitante. E allora accelera il recupero di Buongiorno, dirotta Olivera sull’esterno (avrebbe dovuto fare il centrale) e sposta Spinazzola nei tre davanti.

A questo punto della stagione è da marziani pretendere partite scoppiettanti. Non solo si è stanchi. Ma c’è l’enorme pressione psicologica da fronteggiare. Si gioca sui nervi. Sulla tensione. Giustamente la scorsa settimana Conte ha ricordato che giocarsi un campionato testa a testa ti prosciuga le energie e per i calciatori del Napoli è una novità. La scivolata di Lukaku al terzo minuto rende l’idea della concentrazione degli azzurri. McTominay apre e chiude: due gol da rapinatore d’area su assist di Anguissa e Politano. L’altro scozzese, Che Adams, al decimo minuto si divora il gol del pareggio da un metro e mezzo. Nel secondo tempo, si fa male prima Anguissa colpito duro (al suo posto Billing che appena entra colpisce la traversa di testa) e poi Buongiorno che potrebbe avere un problema muscolare e sarebbero dolori (al suo posto Rafa Marin).

A questo proposito leggiamo e ascoltiamo in giro discorsi lunari sulla presunta equivalenza delle due rose. Oggi l’Inter aveva Bastoni e Mkhitaryan squalificati e ha perso Pavard dopo pochi minuti. Non solo li ha sostituiti ma ha potuto far entrare, a partita in corso, gente come Dumfries e Zielinski. Non c’è nemmeno bisogno di proseguire. Così come è lunare la discussione sui meriti “normali” di Antonio Conte. Non c’è nulla di normale nella stagione del Napoli. Non lo si vuole chiamare miracolo? Chiamatelo Eustachio, Terpandro. Il succo è che la stagione è una grande impresa, una impresa straordinaria. Anche nella conoscenza dei propri limiti, che è tipica dei professionisti consapevoli. L’uscita prematura dalla Coppa Italia fu una mossa intelligente. Conte conosceva i limiti del suo Napoli. Tutto questo non significa che il Napoli sia una società di Serie B. De Laurentiis ha avuto non solo l’intuizione e il coraggio ma soprattutto la forza economica di andare sul mercato e comprare il migliore, il miglior chirurgo d’urgenza del calcio mondiale. E sì, ha speso 150 milioni. Ma li ha spesi perché sapeva che era indispensabile farlo. De Laurentiis non ci pare tipo da spendere senza esserne convinto. Li ha spesi sapendo che quei soldi sarebbero stati un investimento, dettaglio da non trascurare per chi fa impresa. Sì, anche Lukaku è una forma d’investimento. Perché è il calciatore perno di questa squadra. McTominay era certamente forte ma dodici gol in una stagione non li aveva mai segnati in vista sua. Una prece per i non pochi antipatizzanti di Conte: se ne facciano una ragione, senza di lui non saremmo in testa con tre punti di vantaggio a quattro giornate dalla fine.

Ma è ancora lunga. Nulla è deciso. Testa bassa e che il dio degli infortuni possa essere clemente col Napoli.

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